AVVISO AI VISITATORI
A seguito del proposito di un nuovo collegamento funiviario tra Frachey e il Colle Superiore delle Cime Bianche nell'area protetta del Vallone delle Cime Bianche (Ambienti glaciali del gruppo del Monte Rosa, SIC/ZPS IT1204220), nonostante il sito rappresenti un impegno ormai ventennale portato sempre avanti con continuità, passione e dedizione, il webmaster non ritiene più opportuno indirizzare migliaia di escursionisti in una valle che non ha imparato ad amare, rispettare e proteggere se stessa, a meno che non intervengano elementi che scongiurino l'ennesimo attacco al suo ambiente.AyasTrekking.it fa parte del gruppo di lavoro "Ripartire dalle Cime Bianche" che ha come scopo lo sviluppo in Ayas di un nuovo modello di turismo sostenibile e attento alle nuove necessità e richieste del mercato nazionale e internazionale.
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Salita: (Allesaz) - Moulaz - Punta Champlong
Sentiero: non numerato, poi inesistente. |
La prima parte dell'itinerario consiste nel raggiungere da Allesaz l'Alpe Moulaz, come descritto nel tratto 1 dell'itinerario 32.
Nota: Moulaz può essere anche raggiunta da Tollegnaz percorrendo il sentiero 1A (in cattive condizioni) o via Grün sul sentiero 1B.
Il sentiero che raggiunge Moulaz permette di individuare immediatamente una classica fontana scavata in un tronco d'albero di fronte ad alcune baite; qui è possibile se necessario fare scorta d'acqua.Proprio di fianco alla fontanella, sul confine tra il bosco e la radura, si nota un sentiero che sale verso il gruppo di baite superiore, e lo si segue (foto 1). Ci si porta poi verso l'estremo nord di Moulaz, dove inizia il sentiero per la Cleve di Moulaz (escursione 32). Qui si lasciano le tracce visibili e si inizia a risalire il pascolo sovrastante l'alpeggio rimanendo sul bordo sinistro (salendo) della radura (foto 2), puntando così verso un punto del bosco superiore dove gli alberi sembrano più radi: qui si individua un segnale della Forestale (un albero con il numero 37 dipinto sul tronco) che indica l'inizio di una traccia abbastanza agevole (foto 3); questa permette di guadagnare la prima parte di quota senza difficoltà e senza la necessità di farsi strada nel fitto sottobosco. Il sentiero procede con qualche tornante lungo il ripido pendio boscoso; a quota 2100 circa si porta sul versante nord del costone sovrastante Moulaz e procede rettilineo perdendo leggermente quota (foto 4); all'inizio di questo tratto discendente, lungo circa 130 metri, si supera scavalcandolo un grosso albero caduto sul sentiero (foto 5). Alla fine della lieve discesa (la cui perdita di quota è di circa 10 metri) ci si ritrova definitivamente fuori dal bosco, e all'interno dell'ampio pendio triangolare delimitato dalle due creste discendenti dalla Champlong. Questo pendio è solcato da numerosi canali, alcuni dei quali piuttosto profondi, che convogliano a valle valanghe e acqua di fusione e meteorica; non è raro trovarvi anche in estate inoltrata estesi nevai, generalmente residui dell'attività valanghiva primaverile (pertanto questa zona è assolutamente da sconsigliare finchè il versante non è del tutto sgombro dalla neve). Da qui in poi la traccia a terra si fa sempre più incerta, fino a scomparire del tutto più avanti. Si procede comunque paralleli al profondo canale più vicino (foto 6) senza attraversarlo; il bosco ha ormai lasciato quasi completamente il posto alla vegetazione di media quota, con arbusti e rododendri tra cui si snoda la debole traccia (foto 7). La pendenza del pendio va aumentando velocemente. A quota 2200 circa il canale supera un piccolo salto con una cascatella; sempre rimanendo sulla sua sinistra orografica (a destra salendo) si individua un passaggio tra le rocce (foto 8). Al di sopra di questo passaggio un canale secondario confluisce nel principale; si individua un punto comodo per il guado e lo si attraversa (foto 9). La traccia a terra qui ormai non esiste più; la pendenza è ormai molto pronunciata e così sarà per i circa 400 metri mancanti al raggiungimento della vetta (foto 10). La via più veloce da qui consiste nel puntare direttamente alla cima; si costeggia nuovamente il canale principale lasciandolo a sinistra senza attraversarlo. Con un po' di fortuna e un'attenta osservazione del terreno durante la faticosa progressione ci si può imbattere in alcune frecce gialle dipinte sulle rocce (foto 11). Queste rappresentano - insieme alla croce di vetta - l'unico segno di passaggio umano nella zona; sono tuttavia quasi tutte poco visibili, su rocce la cui inclinazione le rende irriconoscibili dal basso (e spesso anche dall'alto), o nascoste dai cespugli. Sono inoltre distanziate tra loro, per cui - eccezion fatta per un fortunato caso - raggiunta una freccia difficilmente si individua quella successiva. Nota: in alternativa si può tracciare una differente via di salita attraversando il canale principale e portandosi con una serie di tornantini fino alla parte sommitale della cresta nord-ovest, raggiungendo poi la vetta sulla cresta stessa, incontrando facili passaggi di I e II generalmente aggirabili.
Il terreno, sempre molto ripido (>35°) è ricoperto da cuscinetti erbosi, arbusti, alcuni semprevivi, rocce affioranti. Quasi al termine della salita si fa più simile ad una pietraia, con massi di dimensioni medio-piccole non sempre stabili (foto 12).La croce di vetta, formata da quattro parti di metallo assemblate con bulloni, è ormai in vista (foto 13). L'ultima rampa, tra rocce e ciuffi d'erba, può richiedere l'uso delle mani; si raggiunge infine la cima. 14. La Punta Champlong rappresenta sicuramente il miglior punto di osservazione delle pareti nord del gruppo Voghel-Vlou-Torchè-Mortens. A nord, in basso, serpeggia il Vallone di Frudière con gli omonimi laghi, oltre il quale tra le innumerevoli vette le più vicine sono il gruppo Punta Regina (escursione 24) - M. Rena (escursione 29) - M. Taille (variante 29b) - M. Taf (itinerario 31 o variante 29b), poi il Ciosè e il gruppo del Corno Bussola. Oltre il Testa Grigia spuntano il massiccio del Rosa e il Cervino. Chiudono il ridotto elenco tutte le cime comprese tra l'alta Valle di Gressoney e la Valsesia, e naturalmente tutta la dorsale tra la Testa di Comagna e il Bec de Nana/Falconetta. |
Discesa: Punta Champlong - Moulaz - (Allesaz)
Sentiero: inesistente, poi non numerato. |
La discesa dalla Punta Champlong a Moulaz non è più semplice della salita. Per prima cosa ci si affaccia sul ripido pendio ovest, individuando non senza difficoltà la prima freccia gialla dipinta su una roccia (foto 15). Si lascia così la vetta facendosi strada sulla pietraia fino a raggiungere questa indicazione; come punto di riferimento più avanzato si può considerare il canale detritico (in alcuni momenti dell'anno potrebbe essere occupato da un rivolo d'acqua) proprio di fronte, tenendo presente di lasciarlo alla propria destra; nel frattempo si dovrebbero incontrare altre frecce (foto 16). Si raggiunge così il canale e lo si costeggia (se asciutto lo si può anche utilizzare come sentiero, se lo si ritiene opportuno). Quando il terreno intorno al canale diventa meno detritico (foto 17) e ci si sta avvicinando alla confluenza con il canale principale, che si trova a sud, ci si può spostare leggermente a sinistra alla ricerca del guado utilizzato durante la salita (foto 18). Oltrepassatolo, lo si costeggia lungo la riva sinistra cercando il percorso più comodo tra erba, arbusti e rododendri. Più in basso, sempre lungo il canale, comincia gradualmente ad apparire la traccia del sentiero proveniente da Moulaz. Una volta sicuri di averla individuata, la si segue nel suo percorso verso il fondo del vallone. Quando la pendenza inizia a ridursi la traccia si sposta a sinistra, lascia il pendio attraversato dai canali e risale leggermente il pendio nord (foto 19) del costone discendente dalla Champlong, portandosi poi nel bosco sul versante ovest. Da qui prosegue la discesa, sempre con buona pendenza, sbucando nell'angolo nord-est della radura di Moulaz, nei pressi dell'albero recante il numero 37. Da qui la discesa a Moulaz avviene direttamente puntando alle baite più a destra (foto 20). Si prosegue quindi orizzontalmente di fronte alle costruzioni della parte alta del paese, trovando il sentiero che conduce al gruppo inferiore di baite. Il ritorno ad Allesaz è descritto nell'itinerario 32 dalla foto 39 in avanti. |
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NOTA: il tracciato che fornisco è relativo ai MIEI movimenti nel giorno in cui ho percorso il sentiero, e può contenere imprecisioni dovute a miei spostamenti non inerenti il tragitto e ad errori dello strumento. Utilizzatelo come riferimento, eventualmente come traccia approssimata e per il calcolo delle distanze dai waypoint, e NON seguitelo se si dirige in posti assurdi.