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(ALLESAZ) - MOULAZ - PUNTA CHAMPLONG

EE
I valloni di Chasten e di Frudière sono separati da un gruppo di tre cime, la più elevata e orientale delle quali è il M. Nery; la cresta che da questo procede verso ovest forma il M. Soleron e, prima di precipitare sul fondovalle nella zona di Allesaz, la Punta Champlong; da questa la cresta si sdoppia formandone altre due; quella a nord-ovest ospita più in basso la Cleve di Moulaz (escursione 32), mentre quella a ovest la radura e gli alpeggi dell'Alpe Moulaz (raggiungibile con il tratto 1 dell'escursione 32).
La Champlong, meta di questa escursione, è una vetta conosciuta per lo più dagli assidui frequentatori della valle benchè sia ben visibile e riconoscibile da tutta la zona di Brusson e di Challand St.-Anselme; sono pochi gli escursionisti che vi si avventurano.
Il percorso per raggiungerla da Allesaz tocca prima Moulaz e risale poi il versante compreso tra le due creste sopra citate con pendenza molto pronunciata; la traccia a terra, di individuazione sempre più difficile man mano che si sale, conduce fino a metà pendio, sopra al quale - benchè siano presenti alcune frecce dipinte anch'esse quasi invisibili e molto distanziate - la via verso la vetta va per lo più immaginata. Il dislivello totale dal fondovalle è di oltre 1500 metri.
Itinerario nel complesso molto faticoso, sa ripagare con un'inedito panorama su tutte le vette della bassa Val d'Ayas, nonchè su parte della Valle Centrale, del Parco dell'Avic e del resto della Valle d'Aosta.
Nella foto a sinistra la vetta della Champlong vista da nord-ovest, con le Becche di Vlou, Torchè e Mortens a fare da sfondo.
Salita: (Allesaz) - Moulaz - Punta Champlong EE

Sentiero: non numerato, poi inesistente.
Tempo di percorrenza: 150 - 180 minuti (da Moulaz).
Difficoltà: sentiero poco visibile o inesistente, pendenza molto sostenuta, pietraie.

1. La salita verso le case più alte di Moulaz.
2. Risalita della radura di Moulaz (a sinistra si scarta il sentiero per la Cleve di Moulaz).
3. L'albero con il numero 37.
4. Inizio della leggera discesa sul versante nord.
5. L'albero da scavalcare.
6. Il pendio ovest della Champlong. Rimanere a sud del canale più vicino.
7. Risalita del canale su vegetazione di media quota.
8. Guadagno di quota sul fianco di una piccola cascata.
9. Il guado di un ramo secondario del canale principale.
10. La salita ripida verso la vetta.
11. Una freccia su una roccia, nascosta da un arbusto.
12. Parte sommitale del pendio, con ripida pietraia.
13. Ultima rampa, più rocciosa, con la croce di vetta in vista.
La prima parte dell'itinerario consiste nel raggiungere da Allesaz l'Alpe Moulaz, come descritto nel tratto 1 dell'itinerario 32.
Nota: Moulaz può essere anche raggiunta da Tollegnaz percorrendo il sentiero 1A (in cattive condizioni) o via Grün sul sentiero 1B.
Il sentiero che raggiunge Moulaz permette di individuare immediatamente una classica fontana scavata in un tronco d'albero di fronte ad alcune baite; qui è possibile se necessario fare scorta d'acqua.
Proprio di fianco alla fontanella, sul confine tra il bosco e la radura, si nota un sentiero che sale verso il gruppo di baite superiore, e lo si segue (foto 1).
Ci si porta poi verso l'estremo nord di Moulaz, dove inizia il sentiero per la Cleve di Moulaz (escursione 32). Qui si lasciano le tracce visibili e si inizia a risalire il pascolo sovrastante l'alpeggio rimanendo sul bordo sinistro (salendo) della radura (foto 2), puntando così verso un punto del bosco superiore dove gli alberi sembrano più radi: qui si individua un segnale della Forestale (un albero con il numero 37 dipinto sul tronco) che indica l'inizio di una traccia abbastanza agevole (foto 3); questa permette di guadagnare la prima parte di quota senza difficoltà e senza la necessità di farsi strada nel fitto sottobosco.
Il sentiero procede con qualche tornante lungo il ripido pendio boscoso; a quota 2100 circa si porta sul versante nord del costone sovrastante Moulaz e procede rettilineo perdendo leggermente quota (foto 4); all'inizio di questo tratto discendente, lungo circa 130 metri, si supera scavalcandolo un grosso albero caduto sul sentiero (foto 5).
Alla fine della lieve discesa (la cui perdita di quota è di circa 10 metri) ci si ritrova definitivamente fuori dal bosco, e all'interno dell'ampio pendio triangolare delimitato dalle due creste discendenti dalla Champlong.
Questo pendio è solcato da numerosi canali, alcuni dei quali piuttosto profondi, che convogliano a valle valanghe e acqua di fusione e meteorica; non è raro trovarvi anche in estate inoltrata estesi nevai, generalmente residui dell'attività valanghiva primaverile (pertanto questa zona è assolutamente da sconsigliare finchè il versante non è del tutto sgombro dalla neve).
Da qui in poi la traccia a terra si fa sempre più incerta, fino a scomparire del tutto più avanti.
Si procede comunque paralleli al profondo canale più vicino (foto 6) senza attraversarlo; il bosco ha ormai lasciato quasi completamente il posto alla vegetazione di media quota, con arbusti e rododendri tra cui si snoda la debole traccia (foto 7). La pendenza del pendio va aumentando velocemente.
A quota 2200 circa il canale supera un piccolo salto con una cascatella; sempre rimanendo sulla sua sinistra orografica (a destra salendo) si individua un passaggio tra le rocce (foto 8).
Al di sopra di questo passaggio un canale secondario confluisce nel principale; si individua un punto comodo per il guado e lo si attraversa (foto 9). La traccia a terra qui ormai non esiste più; la pendenza è ormai molto pronunciata e così sarà per i circa 400 metri mancanti al raggiungimento della vetta (foto 10).
La via più veloce da qui consiste nel puntare direttamente alla cima; si costeggia nuovamente il canale principale lasciandolo a sinistra senza attraversarlo. Con un po' di fortuna e un'attenta osservazione del terreno durante la faticosa progressione ci si può imbattere in alcune frecce gialle dipinte sulle rocce (foto 11). Queste rappresentano - insieme alla croce di vetta - l'unico segno di passaggio umano nella zona; sono tuttavia quasi tutte poco visibili, su rocce la cui inclinazione le rende irriconoscibili dal basso (e spesso anche dall'alto), o nascoste dai cespugli. Sono inoltre distanziate tra loro, per cui - eccezion fatta per un fortunato caso - raggiunta una freccia difficilmente si individua quella successiva.
Nota: in alternativa si può tracciare una differente via di salita attraversando il canale principale e portandosi con una serie di tornantini fino alla parte sommitale della cresta nord-ovest, raggiungendo poi la vetta sulla cresta stessa, incontrando facili passaggi di I e II generalmente aggirabili.
Il terreno, sempre molto ripido (>35°) è ricoperto da cuscinetti erbosi, arbusti, alcuni semprevivi, rocce affioranti. Quasi al termine della salita si fa più simile ad una pietraia, con massi di dimensioni medio-piccole non sempre stabili (foto 12).
La croce di vetta, formata da quattro parti di metallo assemblate con bulloni, è ormai in vista (foto 13). L'ultima rampa, tra rocce e ciuffi d'erba, può richiedere l'uso delle mani; si raggiunge infine la cima.

14. La Punta Champlong rappresenta sicuramente il miglior punto di osservazione delle pareti nord del gruppo Voghel-Vlou-Torchè-Mortens.
Il panorama dalla vetta è molto ampio. Mentre ad est campeggia la sagoma del più alto M. Soleron (variante 59b) dietro il quale fa capolino il M. Nery (itinerario alpinistico 5), a sud l'intero vallone di Chasten si stende alla base delle vertiginose pareti nord del M. Voghel, delle Becche di Vlou (itinerario alpinistico 7), Torchè (itinerario 39) e Mortens (itinerario 37). La Champlong rappresenta forse il miglior punto di osservazione in assoluto per quanto riguarda le nord di queste cime.
A nord, in basso, serpeggia il Vallone di Frudière con gli omonimi laghi, oltre il quale tra le innumerevoli vette le più vicine sono il gruppo Punta Regina (escursione 24) - M. Rena (escursione 29) - M. Taille (variante 29b) - M. Taf (itinerario 31 o variante 29b), poi il Ciosè e il gruppo del Corno Bussola. Oltre il Testa Grigia spuntano il massiccio del Rosa e il Cervino. Chiudono il ridotto elenco tutte le cime comprese tra l'alta Valle di Gressoney e la Valsesia, e naturalmente tutta la dorsale tra la Testa di Comagna e il Bec de Nana/Falconetta.
Discesa: Punta Champlong - Moulaz - (Allesaz) EE

Sentiero: inesistente, poi non numerato.
Tempo di percorrenza: 100 - 120 minuti (a Moulaz).
Difficoltà: sentiero poco visibile o inesistente, tratti molto ripidi, pietraie.

15. Inizio della discesa dalla Punta Champlong. In evidenza la posizione della freccia gialla più vicina.
16. Prosecuzione della discesa. Rimanere a sinistra del canale evidenziato in azzurro.
17. Su terreno meno detritico ci si può separare dal canale.
18. Attraversamento del guado sul canale di sinistra.
19. Risalita del sentiero verso il costone.
20. Raggiungimento di Moulaz.
La discesa dalla Punta Champlong a Moulaz non è più semplice della salita.
Per prima cosa ci si affaccia sul ripido pendio ovest, individuando non senza difficoltà la prima freccia gialla dipinta su una roccia (foto 15). Si lascia così la vetta facendosi strada sulla pietraia fino a raggiungere questa indicazione; come punto di riferimento più avanzato si può considerare il canale detritico (in alcuni momenti dell'anno potrebbe essere occupato da un rivolo d'acqua) proprio di fronte, tenendo presente di lasciarlo alla propria destra; nel frattempo si dovrebbero incontrare altre frecce (foto 16).
Si raggiunge così il canale e lo si costeggia (se asciutto lo si può anche utilizzare come sentiero, se lo si ritiene opportuno). Quando il terreno intorno al canale diventa meno detritico (foto 17) e ci si sta avvicinando alla confluenza con il canale principale, che si trova a sud, ci si può spostare leggermente a sinistra alla ricerca del guado utilizzato durante la salita (foto 18).
Oltrepassatolo, lo si costeggia lungo la riva sinistra cercando il percorso più comodo tra erba, arbusti e rododendri.
Più in basso, sempre lungo il canale, comincia gradualmente ad apparire la traccia del sentiero proveniente da Moulaz. Una volta sicuri di averla individuata, la si segue nel suo percorso verso il fondo del vallone.
Quando la pendenza inizia a ridursi la traccia si sposta a sinistra, lascia il pendio attraversato dai canali e risale leggermente il pendio nord (foto 19) del costone discendente dalla Champlong, portandosi poi nel bosco sul versante ovest.
Da qui prosegue la discesa, sempre con buona pendenza, sbucando nell'angolo nord-est della radura di Moulaz, nei pressi dell'albero recante il numero 37.
Da qui la discesa a Moulaz avviene direttamente puntando alle baite più a destra (foto 20).
Si prosegue quindi orizzontalmente di fronte alle costruzioni della parte alta del paese, trovando il sentiero che conduce al gruppo inferiore di baite.
Il ritorno ad Allesaz è descritto nell'itinerario 32 dalla foto 39 in avanti.
CARTINA
La cartina del percorso da Moulaz alla Punta Champlong (per il tratto da Allesaz a Moulaz fare riferimento alla cartina allegata all'escursione 32).
Il percorso ricalca quanto descritto nel testo, con l'attraversamento verso l'alto del pascolo a monte di Moulaz, il tratto nel bosco con il tratto in discesa dopo lo scavalcamento del costone che porta fuori dall'area della vegetazione ad alto fusto, e la lunga salita pressochè diretta verso la cima.
Sono inclusi i principali sentieri della zona, le isoipse a 10 m., l'andamento delle creste e dei canali, le costruzioni.

Cliccare sull'immagine per scaricare il tracciato GPS per GPS Trackmaker, Google Earth e in formato GPX e una cartina vettoriale in formato PDF.

NOTA: il tracciato che fornisco è relativo ai MIEI movimenti nel giorno in cui ho percorso il sentiero, e può contenere imprecisioni dovute a miei spostamenti non inerenti il tragitto e ad errori dello strumento. Utilizzatelo come riferimento, eventualmente come traccia approssimata e per il calcolo delle distanze dai waypoint, e NON seguitelo se si dirige in posti assurdi.
PROFILO ALTIMETRICO
Il profilo altimetrico del percorso tra Moulaz e la cima della Punta Champlong, ricavato dai dati registrati dal GPS.
La prima cosa evidente è come il rapporto dislivello totale/lunghezza del percorso indichi una pendenza media molto pronunciata.
Da Moulaz la salita è pressochè costante fino alla svolta sul versante nord, dove inizia una breve e dolce discesa; esaurita la discesa ricomincia la salita dell'intero versante ovest della Champlong, che si mantiene decisamente sostenuta fino alla vetta.
Note meteorologiche:
La zona si può considerare a rischio annuvolamento medio; è leggermente protetta dai venti umidi da sud dalle più alte Becche Vlou e Torchè, tuttavia può risentire degli influssi della bassa Valle Centrale. La salita non è consigliabile se già nelle prime ore del mattino sono presenti addensamenti consistenti a quote medio-basse.
Periodo consigliato:
La salita è da evitare in presenza di neve, per l'alto rischio valanghe presente in tutto il lungo tratto di salita da Moulaz alla vetta, tuttavia ad inizio estate qualche limitato nevaio residuo nei canaloni può non essere determinante. SI può considerare il periodo tra giugno/luglio e settembre/ottobre, fino alle prime nevicate.
Attrezzatura:
Non è necessaria attrezzatura tecnica, salvo un paio di robusti scarponi da montagna impermeabili con suola ben scolpita.
Frequentazione:
La zona è pressochè igdnorata dalla quasi totalità degli escursionisti. Le possibilità di incontrare altri salitori sono praticamente nulle.
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