Tratto 1: Chalex m. 1775 - Alpe La Trön superiore m. 2146.
Sentiero: 1c.
Tempo di percorrenza: 120 - 150 minuti.
Difficoltà: sentiero facile ma a tratti poco visibile e con frequentazione scarsissima.
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1. Partenza da Chalex... |
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2. ... o dalla strada poco più avanti, in direzione dei sovrastanti alpeggi. |
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3. Passaggio tra le costruzioni. |
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4. La mulattiera nel bosco. |
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5. Secondo alpeggio, a quota 1932. |
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6. Salita dopo l'alpeggio. |
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7. Il masso con l'indicazione "Becca Mortens" evidenziata. |
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8. Oltre il masso più grande, si risale sul prato seguendo frecce e ometti come quello evidenziato. |
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9. Il sentiero evidentissimo che supera la seconda cresta della Chalex. |
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10. Il Vallone di Trön dal secondo costone. |
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11. Traverso e discesa verso i resti dell'Alpe La Trön superiore. |
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Il cammino inizia a Chalex, m. 1775, a metà del Vallone di Dondeuil. Chalex è raggiungibile indicativamente in 2 h. di cammino da Isollaz, nel territorio di Challand St.-Victor, seguendo la strada, in parte asfaltata, che sale fino agli ultimi alpeggi della valle. Questa è chiusa al traffico pubblico a quota 816 circa; i dettagli sono nell'itinerario 33.
La prima cosa da fare è raggiungere i vicini alpeggi a nord-est di Chalex, a quota 1848. Esiste un sentiero che da ovest della frazione sale in diagonale verso queste costruzioni (foto 1); in alternativa si può continuare il cammino sulla strada asfaltata per circa 200 m. finchè gli alpeggi non sono esattamente a sinistra, e poi tagliare per i pascoli e raggiungerli dal basso (foto 2).
Qui (foto 3) si incontra la mulattiera che porta verso il Vallone di Trön passando tra le due costruzioni; si tratta del sentiero identificato come 1c sulle carte, ma per tutto il percorso non esiste alcun riferimento numerico.
Il percorso si presenta visibile e in parte lastricato (foto 4) anche se evidentemente ben poco battuto; sale nel bosco con alcuni tornanti per 10-15', indicato da alcune frecce gialle sulle rocce, fino a raggiungere un secondo alpeggio (foto 5), a 1932 m.; qui è presente una fontana che rappresenta l'ultima occasione per prendere acqua. Tra la fontana e la stalla il sentiero piega a destra e passa poi al di sopra del tetto della costruzione, continuando la salita nel bosco in direzione nord-ovest (foto 6), a tratti poco visibile, e ancora segnalato da radi segni gialli sulle rocce o al massimo da muretti a secco.
In 15-20' si raggiunge così un grande masso (foto 7) a quota 2036; su questo è stata dipinta l'indicazione "Becca Mortens" in giallo. Si gira intorno al masso lasciandolo a destra, e si ricomincia a salire in direzione nord tra altri massi, seguendo alcune indicazioni (frecce gialle e ometti di pietra, foto 8).
Il sentiero esce poi dal bosco per superare un primo costone, che scende dalla Becca Chalex; da qui si può già vedere tutta la bassa Val d'Ayas fino a Brusson, la Testa di Comagna, parte della valle centrale, a ovest il Grand Combin, il Bianco e verso nord tutto il massiccio del Rosa e il Cervino. Si vede già anche l'evidentissimo sentiero che, poco più avanti, rientra nel bosco ma ne esce quasi subito per superare il secondo costone (foto 9) e finalmente curva a est ed entra nel Vallone di Trön (foto 10). Quasi invisibile tra i massi, più o meno alla stessa quota del sentiero, si può scorgere il rudere dell'Alpe La Trön superiore, quota 2146, detta anche Cappello di Trön. Il sentiero compie un traverso verso est (foto 11) tra i ginepri con modestissima perdita di quota, e raggiunge poi la cadente costruzione serpeggiando tra i macigni. Benchè l'edificio sia del tutto cadente, i pascoli circostanti sono ancora utilizzati, pertanto è possibile incontrare delle mucche in questa zona.
Da questo punto è possibile scendere verso i sottostanti alpeggi di La Trön inferiore e Renou, nonchè secondo alcune carte salire alla Becca Chavernie, modesto rilievo della cresta nord-ovest della Becca Mortens, seguendo l'itinerario detto "Via dell'Evançon n. 2" che scende poi nel vallone di Chasten. Le due Vie dell'Evançon, che ricalcano antichi percorsi e mulattiere, risultano essere in fase di tracciamento da molto tempo, ma sul terreno sono ancora in parte o completamente inesistenti. |
Tratto2: Alpe La Trön superiore m. 2146 - Becca Mortens m. 2735.
Sentiero: non numerato.
Tempo di percorrenza: 90 -120 minuti.
Difficoltà: il canalone sovrastante l'alpeggio, in parte coperto da detriti rocciosi, ha pendenza fino a 40°. La cresta finale è larga ma esposta e può presentare alcune piccole difficoltà tecniche.
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12. Risalita del canalone. |
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13. Seconda parte della valle. |
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14. Ultima parte del pendio. Qui è consigliato svoltare a sinistra. |
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15. Salendo subito in cresta, questa si presenta inizialmente facile. |
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16. Il punto più affilato della cresta, formata qui da rocce scure. |
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17. Discesa di alcuni metri per evitare il breve tratto della foto precedente. Le rocce bianche sono finemente scavate e offrono comunque un'infinitŕ di facili appigli. |
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18. Due percorsi possibili per aggirare il tratto più affilato: in rosso se si è saliti in cresta subito, in verde se si è rimasti alcuni metri più in basso. |
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19. Ultima parte di cresta. Poco più in basso le rocce bianche del punto evidenziato nelle due foto precedenti. |
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20. La croce di vetta e la cassetta che contiene il registro. |
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Lasciato ciò che rimane dell'alpeggio si inizia la lunga risalita, per circa 500 metri di dislivello, del tratto terminale del Vallone di Trön; questo si presenta con una pendenza piuttosto pronunciata e coperto in parte da una pietraia a dire il vero mediamente stabile; per il resto si tratta di copertura erbosa (foto 12). Esistono alcune indicazioni sotto forma di ometti e segni gialli sulle rocce, ma mentre i primi sono piccoli e difficilmente individuabili, le seconde sono prevalentemente dipinte sulla faccia superiore dei macigni, per cui dal basso sono quasi tutte invisibili.
In ogni caso per la risalita conviene mantenersi sul fondo del canalone, al confine tra erba e massi, o al limite sul fianco sinistro, perchè la pietraia occupa soprattutto il lato sud, dove la valle è chiusa da una parete rocciosa verticale.
Superato un primo dosso si accede al vasto circo glaciale sovrastato dalla selletta tra la Torchè e la Mortens; qui si continua a salire sulla pietraia, seguendo un percorso che curva lievemente verso destra (foto 13), in direzione della Torchè. Anche qui le indicazioni saranno visibili molto meglio durante la discesa.
Giunti a poche decine di metri dalla cresta terminale non conviene risalire l'ultimo pendio su pietraia e procedere sul filo della cresta; molto più semplice svoltare a sinistra in direzione della Mortens, e mantenersi ancora al di sotto delle rocce sommitali.
Si incontrano alcune indicazioni che portano velocemente in cresta, nel punto che nel tracciato GPS è indicato come "Cresta Becca Mortens" e dove è fissato alla roccia un cartello metallico bianco dell'Assessorato Agricoltura e Risorse Naturali della Regione recante la dicitura "Zone à chasse specifique".
La cresta si presenta larga e facilmente percorribile (foto 15), ma a poca distanza esiste un punto in cui la cresta, composta non più di rocce rosse ma nerastre, è molto più affilata (foto 16) ed è necessario scendere in verticale di alcuni metri (foto 17) su roccia bianca che offre moltissimi facili appigli e risalire poco dopo; a mio avviso conviene rimanere sull'erba alla base delle rocce che compongono la cresta stessa e salirvi superato il punto critico (foto 18) (il tracciato GPS segue questo percorso).
Superato questo breve ostacolo si continua a camminare sulla cresta (foto 19), che è ancora percorribile senza problemi - naturalmente sempre con la necessaria attenzione - e in pochi minuti si raggiunge la vetta della Becca Mortens.
Questa (foto 20) è sufficientemente ampia da ospitare diverse persone; il 14/8/2006 vi sono state poste una croce in legno e una cassetta contenente il tradizionale libro di vetta. A quasi un anno di distanza, le firme su questo registro erano tre: quella di chi materialmente ha portato in cima croce e cassetta (un socio del CAI Savona), quelle di due forestali di Verres che hanno fissato alla roccia della cresta il cartello e nuovamente quella dello stesso socio del CAI di Savona, che non può non annotare quanto sia scarsa la frequentazione di questa bella cima... seguono, in data 6/8/2007, le nostre, ripetute l'11/11/2007.
Il panorama dalla vetta è ampio in tutte le direzioni, chiuso solo a sud-est dall'elegante parete nord delle Becche Torchè e Vlou (foto 21). Straordinario il colpo d'occhio soprattutto su tutta l'ampia conca dell'alto Vallone di Chasten (itinerario 36), con il M. Nery e il Soleron a farle da sfondo; innumerevoli le vette visibili nelle altre direzioni, tra cui la vicina Testa di Comagna.
21. La bella parete nord delle Becche, con i resti del ghiacciaio pensile di Chasten. |
Discesa: Becca Mortens - Chalex.
Sentiero: non segnato, poi 1c.
Tempo di percorrenza: 120 - 180 minuti.
Difficoltà: come per la salita, ma indicazioni sulla pietraia più visibili.
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22. Discesa dalla cresta prima del punto più affilato. |
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23. Verso la pietraia. |
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24. Discesa verso l'Alpe La Trön superiore. In evidenza un segno su un masso. |
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La discesa avviene ricalcando lo stesso itinerario seguito per salire.
Dalla cima si riprende il cammino lungo la cresta fino ad incontrare il punto dove questa si fa più sottile. Qui si scende a destra sul prato (foto 22); non è necessario risalire sulla cresta superato i pochi metri più pericolosi. Si può mantenere la quota per le poche decine di metri di prato necessarie a riprendere la discesa su pietraia ed erba (foto 23). I segni sui massi, cerchi o frecce gialle (puntate verso l'alto) in discesa sono più visibili (foto 24), anche se non sempre immediatamente individuabili.
In 60' - 80' di cammino si raggiunge l'Alpe La Trön superiore; da qui si risale sul versante sud fino ad intercettare il traverso che lascia il Vallone di Trön e si riporta in quello di Dondeuil.
La discesa continua attraverso il bosco, si superano i grandi massi tra cui quello con l'indicazione per la Becca Mortens, si lambisce l'alpeggio di quota 1932. L'itinerario ha termine a Chalex, dove si riprende la discesa sulla strada verso il fondovalle seguendo la discesa dell'itinerario 33. |