A seguito del proposito di un nuovo collegamento funiviario tra Frachey e il Colle Superiore delle Cime Bianche nell'area protetta del Vallone delle Cime Bianche (Ambienti glaciali del gruppo del Monte Rosa, SIC/ZPS IT1204220), nonostante il sito rappresenti un impegno ormai ventennale portato sempre avanti con continuità, passione e dedizione, il webmaster non ritiene più opportuno indirizzare migliaia di escursionisti in una valle che non ha imparato ad amare, rispettare e proteggere se stessa, a meno che non intervengano elementi che scongiurino l'ennesimo attacco al suo ambiente.
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Una cima che non può mancare nel "repertorio" di qualsiasi alpinista della Val d'Ayas e dintorni, una superclassica salita su una facile ma splendida cima del Rosa. Per molti il Castore è il primo 4000 (per qualcuno anche l'unico), ma è senza dubbio una meta da mettere in programma. Richiede ovviamente capacità e attrezzatura alpinistiche.
La via normale è quella che parte dal rifugio Quintino Sella (itinerario 17), risale il Ghiacciaio del Felik fino all'omonimo colle, e poi percorre la sottile cresta sud-est superando l'anticima di quota 4176 e raggiungendo infine i 4221 metri della vetta. In alternativa il Castore può essere salito da ovest, dal rifugio delle Guide di Ayas (itinerario alpinistico 4). La traversata ovest - est è parte integrante del percorso della gara di scialpinismo Trofeo Mezzalama, e la cima del Castore ne è il punto più alto.
Il panorama dalla cima, in condizioni ideali, è sconfinato, e comprende quasi tutto il Rosa, il Cervino, le valli d'Ayas e di Gressoney, nonchè il versante svizzero con il grandioso Gornergletscher, il massiccio del Mischabel e la Jungfrau.
Tecnicamente l'unica difficoltà può venire dal lungo tratto in cresta, che potrebbe essere affilata e presentare cornici di neve e che giustifica la classificazione F+. Il percorso è comunque molto frequentato e la traccia generalmente evidente.
Il dislivello è di 636 metri, che possono approssimativamente essere suddivisi in tre parti uguali: 1/3 dal rifugio alla base della salita del Colle Felik, 1/3 dalla base alla sommità del Colle, 1/3 dal Colle alla vetta.
Trattandosi di percorso di alta montagna, ovviamente va affrontato con la necessaria preparazione. Se i componenti della cordata non dispongono di sufficiente preparazione tecnica da essere autonomi, è possibile farsi accompagnare da una guida. Nota: i ghiacciai sono superfici in movimento e in continua trasformazione, pertanto le foto sotto riportate rappresentano la situazione nel giorno in cui io ho seguito il percorso (il resoconto della spedizione è nel diario n. 6). La traccia potrebbe essere anche considerevolmente diversa.
Salita: rifugio Quintino Sella m. 3585 - Castore m. 4221.
Tipo di percorso: ghiacciaio. Tempo di percorrenza: 100 - 180 minuti. Difficoltà: qualche possibile crepaccio e una lunga cresta.
1. Inizio del percorso alla partenza dal rifugio.
2. Traverso verso la Punta Perazzi (sullo sfondo).
3. Crepacci alla base della Perazzi.
4. Salita verso il Colle Felik.
5. Prima cresta, poco prima del Colle Felik.
6. Il Colle Felik.
7. Raggiungimento della prima anticima.
8. L'ultima cresta e la cima.
9. Ultima cresta vista dalla cima.
Preferibilmente
alle prime luci dell'alba o poco prima si lascia il rifugio Quintino Sella
in direzione nord, seguendo la traccia quasi sempre molto evidente sul ghiacciaio
(foto 1). La prima parte non presenta nessuna difficoltà; la
pendenza longitudinale è scarsa e quella trasversale poco pronunciata
o nulla. La traccia solitamente piega quasi subito a destra e poi a sinistra,
in direzione della base della Punta Perazzi (foto 2), giunti in prossimità
della quale la si segue parallelamente a una certa distanza. In questo tratto
è possibile trovare dei crepacci (foto 3) il cui superamento
non dovrebbe richiedere tecniche particolari, ma è comunque meglio
fare attenzione ed essere pronti ad assicurarsi qualora un ponte di neve
dovesse cedere sotto il peso di uno dei componenti della cordata.
Segue poi una nuova deviazione verso destra, che porta alla base della parete sud-est del Colle Felik (foto 4).
Questa va superata seguendo un percorso che con alcuni tornanti supera il
pendio (inclinazione trasversale di circa 40°) e porta in cresta (foto 5), a poche decine di metri dalla Punta Felik (4093).
La cresta è inizialmente abbastanza affilata, ma la pendenza dei versanti, soprattutto quello destro, si fa via via meno pronunciata.
La cresta si conclude a pochi metri dalla sommità della Punta Felik, che si può eventualmente raggiungere con un minuto scarso di cammino senza difficoltà per aggiungerla al proprio repertorio.
Nota: la Punta Felik non soddisfa i requisiti per essere elencata tra gli 82 4000 delle Alpi, figurando solo nell'elenco delle 46 cime sussidiarie.
Da qui è possibile osservare praticamente tutto il percorso fino alla vetta (foto 6).
Il Colle è una grande conca ghiacciata sormontante una parete quasi
verticale sul lato italiano, lo si raggiunge digradando dolcemente in un paio di minuti.
Dopo il colle si inizia la risalita verso l'anticima, in prossimità
della quale si sbuca nuovamente sulla cresta (foto 7).
Tra qui e la vetta (foto 8)
la cresta presentano dei modesti saliscendi. I versanti sono mediamente inclinati (intorno ai 45°)
e le condizioni dello spartiacque possono variare, in particolare bisogna
fare attenzione ad eventuali cornici di neve. La traccia può passare
infatti sul filo di cresta o in alternativa leggermente più in basso
(soprattutto sul versante svizzero nella giornata in cui sono state scattate le foto,
come visibile nella 9, ma a volte anche su quello italiano).
La
cima è anch'essa una piccola cresta ghiacciata, che presenta una parte
rocciosa a sud. Lo spazio è sufficiente per una sosta, purchè
non si intralci il passaggio delle altre cordate.
La Val d'Ayas vista dalla vetta del Castore, di cui si nota la parte rocciosa. Sullo sfondo è riconoscibile la piramide del Monviso.
Discesa: Castore - rifugio Quintino Sella.
Tipo di percorso: ghiacciaio. Tempo di percorrenza: 100 - 150 minuti. Difficoltà: una lunga cresta e qualche possibile crepaccio.
La discesa si effettua seguendo lo stesso percorso della salita.
Ci si incammina nuovamente sulla cresta sud-est, si superano i saliscendi
dello spartiacque, l'anticima, la successiva discesa più ripida e si raggiunge il Colle Felik.
Dal Colle Felik si risale lievemente fino ai pressi della Punta Felik; da qui
si riprende l'ultima parte di cresta, e si raggiunge il sottostande Ghiacciaio
del Felik con tre tornanti.
Da qui al rifugio la pendenza torna ad essere lieve, ma bisogna fare attenzione
alla zona dei crepacci alla base della Punta Perazzi; con il riscaldamento
solare i ponti di neve potrebbero essere meno solidi di quanto non siano
solitamente nelle prime ore del mattino.
Con larghe curve si riguadagna infine la lingua terminale del ghiacciaio, e con essa il rifugio Quintino Sella.
TRACCIATO SATELLITARE
L'immagine a sinistra riporta, completo di reticolo WGS1984, il tracciato satellitare
della mia salita sul Castore del 4/9/2006.
Il
tracciato - che è stato registrato durante la discesa e poi invertito
- comprende anche una brevissima digressione verso la sommità della Punta Felik.
È evidenziata la zona dove è possibile incontrare dei crepacci (vedi descrizione del percorso e foto 3).
La serie di curve a sud della suddetta calotta sono quelle visibili nella foto 4.
ATTENZIONE: trattandosi di percorso
interamente su ghiacciaio, la traccia a terra può variare anche considerevolmente
in funzione dello spostamento del ghiacciaio stesso e della presenza e posizione
dei crepacci. Il tracciato GPS va pertanto considerato assolutamente indicativo.
NOTA: il tracciato che fornisco è relativo ai MIEI
movimenti nel giorno in cui ho seguito il percorso, e può contenere
imprecisioni dovute a miei spostamenti non inerenti il tragitto e ad errori
dello strumento. Utilizzatelo come riferimento, eventualmente come traccia
approssimata e per il calcolo delle distanze dai waypoint, e NON seguitelo
se si dirige in posti assurdi.
Il tracciato altimetrico dal Quintino Sella alla cima del Castore. La lunghezza totale del cammino è piuttosto modesta.
Si nota la pendenza quasi nulla all'inizio, seguita da una sezione più ripida e da un nuovo falso piano.
Sono riconoscibili la Punta Felik e l'anticima (in corrispondenza rispettivamente dei chilometri 2.4
e 3.2).
Note meteorologiche:
Salire
sul Castore richiede per lo meno una giornata parzialmente serena. Con visibilità
scarsa o nulla procedere può essere pericoloso. Il panorama dall'alto
può essere comunque piacevole se il top delle nubi è a quota
inferiore. Il vento può giocare un ruolo determinante nella fattibilità
della salita, e aggiungere un fattore di rischio. Periodo consigliato:
Sicuramente durante il periodo di apertura
del rifugio Quintino Sella, ma ovviamente è necessario informarsi
preventivamente sullo stato del ghiacciaio e della cresta. Al di fuori dell'estate
la cima può comunque essere praticabile, ma grandi accumuli di neve
possono rappresentare un ulteriore pericolo. Attrezzatura:
Ramponi, piccozza, imbrago, cordini, moschettoni
e abbigliamento da alta montagna rappresentano la dotazione standard. Attrezzature
aggiuntive (es. chiodi da ghiaccio e il necessario per i recuperi da crepaccio)
non sono indispensabili ma possono aggiungere sicurezza in caso le cose non
andassero come dovuto (nota: nel mio caso specifico, un chiodo da ghiaccio
è stato utilizzato per assicurarci sulla vetta a causa del forte vento). Incontri:
Durante la bella stagione il Castore è una cima
molto frequentata. Al di fuori del periogo giugno-agosto, e soprattutto con
i rifugi chiusi, può essere invece più difficile incontrare
altre cordate.
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Commenti già inseriti (1):
1. Giancarlo
04/08/2015, 23.56.37
Utente non registrato
Valutazione:
Bellissima escursione, con cresta finale assolutamente divertente anche se va affrontata con la dovuta concentrazione e preparazione fisica