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La salita al Rifugio delle Guide di Ayas, il più alto della Val d'Ayas con i suoi 3425 metri di quota, viene inserito in questa raccolta di itinerari alpinistici benchè gradato EE+ a causa della necessità di attraversare un ormai sottile e sicuro lembo del Ghiacciaio di Verra, escludendo secondo la classificazione degli itinerari la possibilità di considerarlo pienamente EE; l'uso dei ramponi ed eventualmente della piccozza, seppur facoltativo, non è da sconsigliare. In determinate condizioni di innevamento particolarmente scarso, il ghiacciaio può essere aggirato alla base guadando il torrente formato dall'acqua di fusione.
Il tratto successivo al ghiacciaio è più infido a causa di una ripida pietraia piuttosto instabile che nella parte bassa è ancora appoggiata sul ghiaccio; l'ultima parte prima del rifugio è resa più semplice dalla presenza di una serie di passerelle di legno.
Il punto di partenza del cammino qui descritto è al Rifugio Mezzalama; la salita a questo rifugio è descritta nell'itinerario escursionistico n. 13.
Il rifugio è uno dei punti di partenza per diverse ascensioni (tutte alpinistiche) a mete come il Polluce, il Castore per versante ovest (itinerario 4), la Roccia Nera (itinerario 9), la Traversata dei Breithorn; è inoltre un punto d'appoggio integrato nella rete di traversate del Rosa ed รจ utile per l'avvicinamento al Bivacco Rossi e Volante.
Tempo di percorrenza: 80 - 120 minuti. Sentiero: 7. Difficoltà: un semplice ghiacciaio da attraversare e una ripida salita su pietraia richiedono buona conoscenza del terreno che si sta affrontando.
1. Allontanamento dal Rifugio Mezzalama sul sentiero 7.
2. Un grande ometto lungo il sentiero.
3. Alcuni segnavia lungo il cammino, con facili roccette da superare.
4. Il ghiacciaio da superare.
5. Ripida salita su pietraia, con segnavia dipinti sulle rocce.
6. Sotto al rifugio, alla base delle passerelle di legno.
7. Salita su scale e passerelle con corde fisse, a pochi metri dal rifugio.
Sul fianco sinistro del Rifugio Mezzalama si trova subito una palina che riporta le indicazioni per il Rifugio Guide di Ayas. Si riprende dunque il cammino sulla morena a ovest del rifugio; si supera la piazzola per l'elicottero e si segue il sentiero (foto 1). Il cammino è generalmente ben visibile, indicato da segni sulle rocce e da grandi ometti (foto 2).
Ben presto si incontrano le prime roccette, che richiedono a volte di essere superate con qualche piccolo passaggio dove può essere opportuno aiutarsi con le mani (foto 3). Questa parte del percorso è in effetti un'alternanza di rocce e sentiero su ghiaia.
Si arriva dunque a una lingua di ghiacciaio appartenente al Grande Ghiacciaio di Verra; si tratta in realtà di una lingua laterale, ormai fortemente assottigliata, che termina poco più in basso.
Si calzano, se disponibili, i ramponi e si inizia l'attraversamento, che avviene su una traccia generalmente evidentissima. La pendenza è quasi nulla, e l'inclinazione laterale scarsa (foto 4). La piccozza non è indispensabile.
Nota: con innevamento scarso il ghiacciaio può essere aggirato alla base guadando il torrente formato dalla sua acqua di fusione; in questo caso mantenersi sulle rocce alla base del ghiacciaio per portarsi al torrente; superatolo, riunirsi alla traccia di salita leggermente più a monte.
Al termine del facile attraversamento si inizia la salita al rifugio, ormai ben visibile. Circa metà del dislivello tra un rifugio e l'altro è concentrato in questo tratto, che richiede un certo impegno.
Il terreno è inizialmente formato da sassi medio-piccoli e terriccio; la stabilità è quasi nulla e ogni passo va affrontato con attenzione. La traccia a terra non è chiarissima, ma ci sono comunque - seppur non sempre visibilissimi - alcuni segni di vernice gialla sulle rocce (foto 5). Se la zona è coperta di neve può essere consigliabile tenere i ramponi; la piccozza o i bastoncini possono servire comunque come appoggio e aiuto per mantenere l'equilibrio.
Poco prima del rifugio si svolta decisamente a sinistra, in direzione del tratto attrezzato con passerelle di legno (foto 6), che salgono a tornantini fino al piazzale superiore. Qui si tolgono sicuramente i ramponi e si può contare anche sull'aiuto di una serie di corde fisse.
Con un ultimo sforzo si supera anche quest'ultimo tratto (foto 7) e si raggiunge finalmente la terrazza del rifugio.
Per entrare si passa da un'anticamera in cui depositare scarponi e attrezzatura, e si prelevano delle ciabatte da usare all'interno.
Clicca sull'immagine per accedere alla pagina sul rifugio delle Guide di Ayas.
Discesa: Rifugio Guide di Ayas - Rifugio Mezzalama.
Tempo di percorrenza: 60 - 90 minuti. Sentiero: 7. Difficoltà: ripidissimo il primo tratto, soprattutto se ghiacciato. Attenzione alla pietraia.
8. Inizio della discesa dal rifugio.
9. Discesa sulle passerelle.
10. Ripida pietraia con segnavia.
11. RItorno sul ghiacciaio.
12. Discesa dalla morena, in vista del Mezzalama.
La ritorno a valle avviene lungo lo stesso itinerario utilizzato per la salita.
Lasciata la terrazza del rifugio (foto 8), il primo tratto di discesa avviene sul ripidissimo pendio attrezzato con le passerelle e le corde fisse (foto 9), senza correre e con la necessaria attenzione.
Finito il tratto attrezzato si affronta la pietraia; come sempre bisogna cercare appoggi sicuri per i piedi perchè i sassi sono piuttosto instabili.
Il pendio diventa meno ripido man mano che ci si avvicina al ghiacciaio, che si attraversa (foto 11) senza problemi, eventualmente con l'uso dei ramponi.
Nota: se l'innevamento è scarso o nullo, il ghiacciaio può essere aggirato alla sua base. In questo caso lasciarlo a destra e guadare il torrente, costeggiando poi sulle rocce circostanti la lingua di ghiaccio.
Dopo il ghiacciaio si affrontano le roccette sopra il Mezzalama, che richiedono un po' di attenzione a dove si passa; in breve si raggiunge il rifugio (foto 12) e da qui si può tornare a St.-Jacques via Pian di Verra Superiore, Pian di Verra Inferiore, Beaubois, Fiery come descritto nei tratti 3 e 4 dell'itinerario escursionistico 13.
Discesa sul pendio nevoso prima del ghiacciaio.
Clicca sulla foto per leggere "Rifugio Guide d'Ayas: diario di un'altra avventura".
TRACCIATO SATELLITARE
Il tracciato satellitare della salita dal Rifugio Mezzalama al Guide di Ayas.
Si nota subito la ridotta distanza tra i due, con il secondo però circa 400 metri più in alto del primo.
Cliccare sull'immagine qui sopra per scaricare i tracciati in formato .GPX, per GPS Trackmaker e Google Earth (completi dei necessari waypoints).
NOTA: il tracciato che fornisco è relativo ai MIEI movimenti nel giorno in cui ho seguito l'itinerario, e può contenere imprecisioni dovute a miei spostamenti non inerenti il tragitto e ad errori dello strumento. Utilizzatelo come riferimento, eventualmente come traccia approssimata e per il calcolo delle distanze dai waypoint, e NON seguitelo se si dirige in posti assurdi, soprattutto su ghiacciaio.
Note meteorologiche:
La giornata va scelta con accuratezza. La posizione e la quota richiedono condizioni meteorologiche adeguate; si può raggiungere il rifugio anche con tempo non ottimale (ha senso se si prevede un'ascensione il giorno successivo, con miglioramento previsto), ma una forte nevicata o un temprale violento sulla ripida pietraia finale possono essere pericolosi. Inoltre lo splendido panorama sui ghiacciai, sui seracchi e sulla valle meritano un bel cielo sereno e limpido. Periodo consigliato:
È possibile raggiungere il rifugio dalla Val d'Ayas quando la neve non impedisce di procedere sul pendio finale, a meno di avere attrezzatura e capacità adeguate (il rifugio dispone di locale invernale). Generalmente da giugno a settembre, quasi sicuramente durante il periodo di apertura, ma una perturbazione può portare neve anche in piena estate. Attrezzatura:
Mettetevi degli scarponi in grado di assicurare una tenuta perfetta su ogni terreno e sulla roccia. Per superare il ghiacciaio non sono sconsigliati i ramponi; sulla pietraia è consigliabile una bacchetta o una picca per mantenere l'equilibrio. Da avere a portata di mano anche indumenti caldi e resistenti al vento. Occhiali da sole e crema protettiva. Incontri:
Il percorso è generalmente molto frequentato da alpinisti che proseguono per le vette utilizzando il rifugio come appoggio. Molti altri invece lo raggiungono via Breithorn o Castore, dal Plateau Rosa o dal Piccolo Cervino.
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