Salita: Colle Infeiore delle Cime Bianche m. 2894 - Bec Carrè m. 3003
Sentiero: non numerato.
Tempo di percorrenza: 30' - 50'.
Difficoltà: sentiero inesistente, tratti attrezzati su roccia sporca.
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1. Partenza dal Colle Inferiore e separazione dalla strada. |
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2. Il primo ometto. |
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3. In diagonale dopo l'ometto. |
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4. Si trovano deboli tracce. |
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5. Salita verso il colletto a nord del Bec Carrè. |
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6. Un ometto alla base della parete del Bec Carrè. |
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7. Identificazione e avvicinamento al punto di attacco del primo tratto attrezzato. |
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8. Il primo diedro attrezzato. |
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9. Uscita dal primo tratto. |
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10. Vista d'insieme del secondo diedro. |
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11. Salita nel diedro. |
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12. La cresta sommitale del Bec Carrè. |
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Dal Colle Inferiore delle Cime Bianche si scende lungo la strada sul lato di Ayas. Per chi proviene dal Vallone delle Cime Bianche, pertanto, non è necessario raggiungere la sommità del colle.
Il cammino sulla strada è tuttavia molto breve perchè dopo una trentina di metri la si lascia iniziando un traverso in diagonale sulla pietraia (foto 1), inizialmente piuttosto fine. Un piccolo ometto di pietre, posto poco più in alto, potrebbe non essere subito visibile, ma apparire poco dopo, dando così un'utile indicazione sull'esattezza della via (foto 2).
Dopo l'ometto (foto 3) si prosegue la diagonale su pietraia a volte più grossa, senza salire troppo ripidi, incontrando incerte e intermittenti tracce di passaggio (foto 4) che in breve conducono ad un pendio meno ripido, sotto i pinnacoli rocciosi posti lungo la cresta nord del Bec Carrè. Da qui si può - a fatica - individuare un altro piccolo ometto di pietre posto nei pressi del colletto tra il corpo principale del Bec Carrè e i suddetti pinnacoli; il colletto può essere raggiunto con percorso più o meno diretto (foto 5).
Dal colletto si costeggia poi la parete del Bec Carrè sul lato di Ayas, trovando altri ometti di pietre (foto 6) fino ad individuare un diedro attrezzato con catene (foto 7).
Questo consiste in una rampa di una decina di metri mai troppo ripida, attrezzata con una catena per tutta la lunghezza, composta da gradoni di roccia piuttosto sporca ma con buuoni e abbondanti appoggi e appigli (foto 8). Sfruttando la catena si azzerano le difficoltà; se si sceglie di non utilizzarla si incontrano passaggi di grado inferiore al II.
All'uscita da questa rampa (foto 9) ci si ritrova su un terrazzino detritico che si percorre verso sinistra (foto 10), portandosi così alla base del secondo (e ultimo) tratto attrezzato.
A differenza del primo, questo diedro è decisamente più lungo e ripido, con punti quasi verticali, interrotto quasi subito da una grande roccia incastrata orizzontalmente che va aggirata costringendo a spostarsi dalla destra del canale, dove si trova la prima parte di catena, a sinistra (foto 11).
Il diedro è sostanzialmente una sequenza di salti alternati a piccoli poggi. La difficoltà è dovuta più che altro alle caratteristiche della parete, generalmente piuttosto sporca e polverosa; in assenza di catena, o scegliendo di non usarla, si affronterebbero passaggi intorno al II grado. In cimadal canale si trova un ometto, utile soprattutto al ritorno per idendificare più velocemente la sommità del tratto attrezzato.
All'uscita dal canale ci si trova ormai in cresta, a nord della cima vera e propria (foto 12). A questo punto non resta che percorrere la cresta verso sud fino alla roccia che costituisce la vetta; alla base nord-ovest di questa è posta la cassetta con il quaderno di vetta.
Si aggira la rocca a destra, sul versante di Valtournenche, per poi risalirla brevemente su pendio detritico.
13. Cervino, Gran Sommetta, Bec Carrè e Punta sud allineate in un'immagine aerea.
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Discesa: Bec Carrè m. 3003 - Colle Inferiore delle Cime Bianche m. 2894
Sentiero: non numerato.
Tempo di percorrenza: 25' - 35'.
Difficoltà: sentiero inesistente, tratti attrezzati su roccia sporca.
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14. Ritorno in cresta verso nord. |
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15. L'ometto all'uscita del diedro. |
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16. Il diedro visto dal basso. |
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17. Il tratto attrezzato inferiore. |
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18. Sulla pietraia alla base delle pareti. |
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19. Tracce di sentiero nella parte bassa di pietraia. |
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20. Ritorno sulla strada. |
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Per la discesa sarà sufficiente seguire a ritroso il percorso di salita (altre vie risultano essere sicuramente più tecniche e richiedere una preparazione e attrezzatura alpinistica di altro livello).
Lasciata la sommità del Bec Carrè scendendo per pochi metri sul versante ovest si ripercorre la cresta verso nord (foto 14),
in direzione della Gran Sommetta, superando il punto più stretto e tenendosi poi sulla destra, individuando così l'ometto di pietre posto all'uscita del diedro (foto 15).
Da questo punto ci si cala nel canalino (foto 16) facendo opportunamente affidamento sulla catena e attenzione agli appoggi che generalmente si presentano piuttosto sporchi. Arrivati sulla grande roccia incastrata la si supera seguendo il tracciato delle catene, spostandosi quindi verso sinistra.
Arrivati alla base del diedro si lasciano le catene e si percorre la breve cengia detritica fino all'uscita del tratto attrezzato basso; questo, più breve, più appoggiato e tecnicamente più facile, viene comunque percorso faccia a monte (foto 17), portandosi infine sulla sommità dell'ampio conoide detritico che circonda tutta la montagna (foto 18).
I passaggi obbligati qui sono finiti; si incontrano alcuni ometti - già presumibilmente visti in salita - che guidano lungo una diagonale in discesa che aggira la parte nord del Bec Carrè, puntando gradualmente verso il Colle Inferiore delle Cime Bianche. Qualora si perdesse o non si trovasse la sequenza di ometti, sarà sufficiente intuire il percorso di discesa scendendo gradualmente sulla pietraia e spostandosi nel contempo verso nord. La strada sottostante e gli impianti di risalita sono già ampiamente in vista.
Poco prima di raggiungere la strada si possono trovare tracce di sentiero o almeno di passaggio (foto 19) che in breve riportano sulla strada (foto 20).
Si potrà poi tornare al Colle Superiore delle Cime Bianche e scendere in Valtournenche oppure verso St.-Jacques (itinerario 88). |