AVVISO AI VISITATORI
A seguito del proposito di un nuovo collegamento funiviario tra Frachey e il Colle Superiore delle Cime Bianche nell'area protetta del Vallone delle Cime Bianche (Ambienti glaciali del gruppo del Monte Rosa, SIC/ZPS IT1204220), nonostante il sito rappresenti un impegno ormai ventennale portato sempre avanti con continuità, passione e dedizione, il webmaster non ritiene più opportuno indirizzare migliaia di escursionisti in una valle che non ha imparato ad amare, rispettare e proteggere se stessa, a meno che non intervengano elementi che scongiurino l'ennesimo attacco al suo ambiente.AyasTrekking.it fa parte del gruppo di lavoro "Ripartire dalle Cime Bianche" che ha come scopo lo sviluppo in Ayas di un nuovo modello di turismo sostenibile e attento alle nuove necessità e richieste del mercato nazionale e internazionale.
Il webmaster
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Semplificazioni:
Tratto 0: Champoluc m. 1568 - Cuneaz m. 2057
Sentiero: 13, poi 1.
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Questo primissimo tratto è stato numerato come 0 perchè può essere evitato utilizzando la telecabina Champoluc - Crest. Consideriamo comunque le due alternative. A piedi: da Champoluc si risale la pista da sci per un tratto, e si devia poi nel bosco verso sinistra poco prima di un ponte della pista sul torrente. Si segue il facile sentiero 13 nel bosco e si sbuca in prossimità di Frantze. Da qui si evita di salire verso Crest e si prosegue invece sul n. 1 (foto 1), addentrandosi nel vallone fino al vicino abitato di Cuneaz (foto 2). In funivia: dall'arrivo della telecabina si segue la strada sterrata che si addentra nel vallone, raggiungendo Cuneaz in pochi minuti di cammino. |
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Tratto 1: Crest - Cuneaz - Lago Perrin m. 2635
Sentiero: 13.
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Si attraversa l'abitato di Cuneaz, e si incontra poi un bivio, proseguendo
a destra (a sinistra si finisce in un alpeggio). Poco dopo si incontra
una seconda biforcazione, e questa volta è necessario seguire il
sentiero a sinistra, segnato come 1, 11a e 13, che prosegue eventualmente
fino ai laghi Pinter. Si attraversano due ruscelletti, di cui il secondo
nei pressi di una piccola cascata. Si giunge infine in una radura, dove bisogna seguire la diramazione del sentiero che scende verso il torrente Cuneaz, staccandosi dal sentiero dei Pinter, e prendendo il solo numero 13. Si attraversa il torrente (foto 3), e il sentiero passa sul lato opposto del vallone. Subito prima del piccolo guado, però, fate attenzione perchè il sentiero è franato. È possibile seguirlo ugualmente (tenendosi con le mani all'erba e ai rami), ma è fatica inutile perchè ne è stata battuta una variante che passa qualche metro più a monte. Dopo il guado si costeggia l'alpe Plan Long, passando alla sua sinistra attraverso il pascolo (eventualmente a destra se fosse recintato), e si affronta un primo tratto ripido, che porta a superare la quota di 2400 metri. Un breve tratto in piano (con sentiero poco visibile), poi un secondo tratto con forte pendenza, al termine del quale siamo a circa quota 2500, e una diramazione, di cui si segue il sentiero a destra (quello a sinistra porta ai Pinter). Ancora una piccola pausa in piano, e infine l'ultimo tratto ripido, che termina infine ai 2635 metri del lago Perrin. |
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Tratto 2: Lago Perrin - Corno Vitello m. 3056.
Sentiero: non numerato, poi 5b. |
Questo tratto è senza dubbio il più impegnativo. Si lascia il lago procedendo verso est, risalendo il canale (foto 4) che procede a sinistra della Punta Perrin. Il canale è stato sicuramente interessato recentemente da una o più frane; il sentiero è visibile sul fianco sinistro per pochissimi brevi tratti, e scompare nella pietraia. Il canale è apparentemente breve ma in realtà si sviluppa in lunghezza per più di un chilometro e supera un dislivello di oltre 200 metri. La pendenza non è elevatissima, ma i massi (anche quelli più grandi) che compongono la pietraia sono assolutamente instabili, ed è necessario fare grande attenzione ad ogni passo (foto 5). In generale conviene tenersi sul fianco sinistro, rimanendo sull'erba quando possibile, e poi spostarsi a destra in fondo al canale. Il lago Perrin è ormai lontano quando si arriva alla sommità del canale (foto 6) e ci si affaccia sull'altopiano (lo chiameremo così, anche se è in lieve pendenza) che costituisce la testata del vallone di Mascognaz, ed è contornato dalla cresta che fa da spartiacque con la valle di Gressoney. L'altopiano (foto 7) ospita un piccolo lago il cui nome non è riportato sulle carte, e che pertanto qui chiameremo lago 2874, facendo ovviamente riferimento alla sua quota. Se abbiamo perso la sequenza degli ometti di pietre possiamo utilizzare il lago come riferimento; sfioriamo la sua sponda sud-est e proseguiamo poi in direzione della base di Corno Vitello. L'altopiano è solcato da alcuni costoni rocciosi (foto 9), e può essere necessario superarli arrampicandocisi. È consigliato seguire gli ometti di pietra, anche se l'operazione non è semplice perchè in molti casi sono davvero poco visibili, essendo oviamente costruiti con le stesse pietre che formano la pietraia; in ogni caso bisogna cercare di intercettare il sentiero 5b che proviene dai laghi di Valfredda. Questo passsa alla base del triangolo roccioso a sud del Corno Vitello, e poi sale a tornanti ripidi verso la cima; è evidenziato con una serie di pallini gialli nella foto 10, e proviene da destra. Il nostro percorso è in azzurro. Il punto di intersezione è oltre il bordo sinistro della foto, ma prima bisogna ancora affrontare alcuni tratti ripidi su pietraia (foto 11) seguendo se possibile gli ometti. A poche decine di metri dalla cima si intercetta finalmente il sentiero 5b, segnato sui sassi con frecce gialle (foto 12). Il 5b è abbastanza visibile, anche se richiede ancora il superamento di alcuni massi (foto 13); la cima si raggiunge seguendolo nella ripida serie di tornantini, che termina in prossimità della croce posta sulla vetta (foto 14). |
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Tratto 3: Corno Vitello m. 3056 - Laghi di Valfredda.
Sentiero: 5b. |
Lasciamo la cima (foto 15) segueno lo stesso sentiero 5b utilizzato per la salita, che ci porta alla base della vetta (vedi traccia azzurra della foto 10). In breve ci troviamo sulla pietraia che costeggia anche la base della piccola cima a sud del Vitello (foto 16). Il sentiero è stato recentemente migliorato, ma si tratta comunque di cercare gli ometti e i segnavia dipinti sulle rocce. Arrivando sulla cresta si incontrano i grandi segnavia impossibile da notare (foto 18), e si lascia la pietraia per un più comodo terreno erboso. Questo sentiero ora scende con larghi tornanti verso i laghi (foto 19), che costeggia lasciandoli sulla sinistra (foto 20).
Nota: dall'estate del 2013 un nuovo sentiero collega direttamente la cresta sovrastante i Laghi di Valfredda e il Colle Palasina. Il percorso può essere quindi ora accorciato evitando di scendere ai Laghi di Valfredda e ai Laghi Palasina, saltando da qui direttamente al tratto 5.
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Tratto 4: Laghi di Valfredda - Colle Palasina m. 2669
Sentiero: 5a/5b, poi 5, 4, 14/2/105. |
Si continua
a scendere dai laghi verso la sottostante strada sterrata che porta ai vicini
alpeggi. Il nuovo sentiero raggiunge la strada più a ovest del precedente
(che però è segnato su molte carte). Poco dopo si lascia la
sterrata seguendo il facile sentiero 4 che sale al lago Battaglia, e lo raggiunge
in corrispondenza dell'estremità orientale, dove nell'estate 2006
è stato costruito un nuovo ponte di pietre che sostituisce il precedente
guado (foto 21). Lo si attraversa e si costeggia la sponda nord-est, fino ad un altro nuovo ponte (foto 23),
che permette di oltrepassare il canale che separa il lago Battaglia dal lago
Verde. Subito dopo ci si imbatte in un bivio; a sinistra inizia il sentiero
che porta al Corno Bussola, mentre per il colle Palasina si segue il sentiero
a destra (foto 24). Anche questo sentiero (numerato 14, 105 o 2) è stato ultimamente reso più evidente. Poco dopo si sfiora il Lac du Couloir (foto 25) e si punta verso la sommità del colle (foto 26), che ci permette di affacciarci sul vallone di Mascognaz. VARIANTE: dal Colle Palasina è possibile salire alla vicina, ma non semplicissima, Punta Palasina. Vedi escursione 27. |
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Tratto 5: Colle Palasina - Mascognaz - Champoluc m. 1568.
Sentiero: 14/2/105.
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L'ultimo
tratto porta dal Colle Palasina al punto di partenza, a Champoluc. Una volta
giunti alla sommità del colle, si continua a seguire lo stesso sentiero,
che con facili tornanti (foto 27) punta verso la testata del vallone
di Mascognaz, caratterizzata da un piccolo altopiano attraversato da numerosi
rigagnoli. Il sentiero porta a oltrepassare il nuovo ponte che scavalca il
torrente che scende dal piano verso la sottostante valle (foto 28).
Si raggiunge la sterrata e la si segue (svoltando a sinistra; a destra la
strada finisce in un alpeggio) in direzione Mascognaz (foto 29), attraversando l'alpe Pra Sec (foto 29) con un leggero saliscendi. La strada raggiunge Mascognaz leggermente a monte della frazione; per scendere a Champoluc si può continuare a seguire la stessa strada, che sbocca all'estremità sud del "Pratone" in zona Ponte Amponey, oppure seguire il sentiero nel bosco*. Il sentiero si imbocca scendendo dalla strada alla piazzetta del paese, infilandosi poi tra i rascard e passando di fronte alla cappella. Poco dopo inizia il sentiero che scende verso valle accompagnato nel suo primissimo tratto da uno steccato di legno sul fianco sinistro. Si tratta di un classicissimo sentiero a tornantini in un bosco; velocemente si raggiunge il Mon Du Bier, che rappresenta grossomodo la metà della discesa, e in una decina di minuti o poco più ci si trova tra le villette alla base della cascata, si scende ancora e si raggiunge Champoluc nei pressi dell'AIAT. * VARIANTE: da Mascognaz è possibile ritornare al Crest; il percorso è descritto nel tratto 3 dell'escursione 7. |
NOTA: il tracciato che fornisco è relativo ai MIEI movimenti nel giorno in cui ho percorso il sentiero, e può contenere imprecisioni dovute a miei spostamenti non inerenti il tragitto e ad errori dello strumento. Utilizzatelo come riferimento, eventualmente come traccia approssimata e per il calcolo delle distanze dai waypoint, e NON seguitelo se si dirige in posti assurdi.