AVVISO AI VISITATORI
A seguito del proposito di un nuovo collegamento funiviario tra Frachey e il Colle Superiore delle Cime Bianche nell'area protetta del Vallone delle Cime Bianche (Ambienti glaciali del gruppo del Monte Rosa, SIC/ZPS IT1204220), nonostante il sito rappresenti un impegno ormai ventennale portato sempre avanti con continuità, passione e dedizione, il webmaster non ritiene più opportuno indirizzare migliaia di escursionisti in una valle che non ha imparato ad amare, rispettare e proteggere se stessa, a meno che non intervengano elementi che scongiurino l'ennesimo attacco al suo ambiente.AyasTrekking.it fa parte del gruppo di lavoro "Ripartire dalle Cime Bianche" che ha come scopo lo sviluppo in Ayas di un nuovo modello di turismo sostenibile e attento alle nuove necessità e richieste del mercato nazionale e internazionale.
Il webmaster
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Tratto 1: Rifugio Arp m. 2440 - Laghi di Valfredda m. 2575. Sentiero: 5A/5B. |
Il cammino inizia al rifugio Arp, raggiungibile seguendo il tratto 1 dell'itinerario 11. Sul retro del rifugio si individua una palina con una serie di indicazioni, a destra sui sentieri 5/5C/5E/105 per Punta Valfredda, Colle di Valnera, Punta Valfredda e la vicina palestra di roccia, ma si tralascia seguendo invece le indicazioni che portano ad attraversare il vicinissimo giardino botanico, con i suoi oltre 100 esemplari di piante valdostane, e poi il piccolo percorso geologico. Proprio nel giardino botanico si incontra un'altra palina (foto 1) con le indicazioni dei sentieri 5A (Colle di Valfredda a 1h20' e Laghi di Valfredda a 30') e 5B (Corno Vitello a 2h) che qui coincidono e si seguono dunque questi cartelli. All'uscita dal percorso geologico il sentiero attraversa un ponte in legno (foto 2), incontra segnavia 5A/5B dipinti su una roccia e si dirige verso la parte nord della parete ovest della Punta Valfredda; la traccia a terra è ben battuta e visibile, e piega poi leggermente verso sinistra cominciando a salire accompagnata da grandi ometti di pietre (foto 3). La salita non è mai ripida (foto 4) e in 15'-20' dal rifuio si arriva già in vista del primo lago (foto 5). Lasciando sulla destra il lago e seguendo il sentiero che costeggia la sponda sud-ovest si sale ancora leggermente (foto 6) incontrando il secondo bacino, di cui si supera l'emissario con un piccolo guado (foto 7). Esistono altri piccoli laghi poco più in alto, ma a seconda delle condizioni potrebbero essere asciutti. La conca che ospita, su livelli diversi, i laghi è meglio visibile dall'alto (foto 8) insieme alle più importanti cime della bassa valle. 8. La conca dei Laghi di Valfredda. |
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Tratto 2: Laghi Valfredda m. 2575- Corno Vitello m. 3057. Sentiero: 5B |
Ripartendo
dal lago di Valfredda alto si continua a seguire il sentiero 5B. Questo si
allontana dal lago svoltando a sinistra dopo aver costeggiato alcuni metri
della sponda ovest, salenda dapprima con alcuni tornanti, e puntando poi
quasi dritto in direzione nord-ovest (foto 9), risalendo in diagonale il pendio occidentale della conca dei Valfredda. Aggirata la valletta, circa a quota 2700 m. il sentiero raggiunge il versante settentrionale; questo viene risalito con una serie di veloci tornanti molto ripidi (foto 10), e raggiunge infine la cresta sommitale (foto 11). Questa cresta, che divide il Vallone di Palasina dall'altopiano terminale di quello di Mascognaz, si presenta ampia e pianeggiante, con terreno misto erba/roccia ed orientata approssimativamente in direzione est-ovest. Sono inoltre presenti diversi evidentissimi ometti di pietre recanti chiare indicazioni numeriche dei sentieri (all'arrivo in cresta ci si trova ancora sul 5A/5B). Si svolta dunque ad est e si percorre la cresta (foto 12); il sentiero supera un dosso per poi raggiungere un secondo piccolo piano, che viene attraversato mantenendo la direzione (foto 13) fino a raggiungere un bivio, anch'esso ben segnalato con un grande ometto di pietre (foto 14). Si tralascia il sentiero 5A che porta al Colle Valfredda, svoltando a sinistra sulla traccia che sale ancora lungo la cresta, ora più sassosa, dove la traccia a terra è ancora evidenziata da ometti di pietre (foto 15). Giunti in prossimità dello sperone sud del Corno Vitello il sentiero, ormai su pietraia ma generalmente visibile (a meno che non ci siano state frane recenti), prosegue in direzione nord-est verso la base della montagna meta dell'itinerario (foto 16); qui non ci sono più i grandi ometti della cresta, ma altri più semplici (foto 17) e frecce gialle dipinte sulle rocce. Una volta raggiunto il centro della base del Vitello inizia l'ultimo ripido tratto di salita, che condurrà alla cresta terminale e da lì in vetta. [Nota: da qui inizia l'interessante variante 43b, che conduce alla Gran Cima e al M. Perrin]
Circa a quota 2990, infatti, il sentiero svolta a destra verso il sovrastante
versante ovest; questo viene risalito - sempre su tracce di sentiero evidenziate
da frecce gialle - con numerosi tornanti (foto 18). La traccia è battuta ma il terreno è piuttosto friabile, pertanto è necessaria una discreta attenzione.In pochi minuti si giunge comunque alla cresta sommitale, poche decine di metri a sud della vetta. Questa, dove è stato costruito un ometto di pietre sormontato da una croce lignea, è una spaziosa gobba erbosa; percorrendola in direzione nord si arriva infine alla cima del Corno Vitello (foto 19). Dalla sommità la visuale è ampia in tutte le direzioni; tra le innumerevoli cime ricordiamo il Corno Bussola a ovest, il Testa Grigia a nord, la Punta Valfredda a sud. Panoramica da ovest a nord dalla cima del Corno Vitello. Disponibile anche la versione con i nomi delle principali vette. |
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Tratto 3: Corno Vitello m. 3057 - Rifugio Arp m. 2440. Sentiero: 5B, poi 2/5C.
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La discesa avviene seguendo lo stesso percorso della salita. Lasciata la cresta sud del Vitello ci si porta alla base della montagna seguendo il ripido sentiero che serpeggia tra le rocce (foto 20). All'inizio del traverso è possibile deviare verso nord per percorrere la variante 43b; in caso contrario si procede a sud sulla pietraia (foto 21) in direzione della cresta che sovrasta i Laghi di Valfredda. Si sfiora l'intaglio tra il Vitello e la sua punta sud, e poi la punta stessa (è possibile salire sulla sua cima seguendo le annotazioni contenute nell'itinerario 43b), risalendo leggermente per portarsi sullo spartiacque. La cresta va percorsa verso ovest (foto 22) fino al punto in cui inizia la ripida discesa verso i laghi; da qui sempre seguendo il sentiero si costeggia il più alto e poi il più basso, oltrepassato il quale appare il rifugio Arp, che viene infine raggiunto in pochi minuti. |
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NOTA: il tracciato che fornisco è relativo ai MIEI movimenti nel giorno in cui ho percorso il sentiero, e può contenere imprecisioni dovute a miei spostamenti non inerenti il tragitto e ad errori dello strumento. Utilizzatelo come riferimento, eventualmente come traccia approssimata e per il calcolo delle distanze dai waypoint, e NON seguitelo se si dirige in posti assurdi.