AVVISO AI VISITATORI
A seguito del proposito di un nuovo collegamento funiviario tra Frachey e il Colle Superiore delle Cime Bianche nell'area protetta del Vallone delle Cime Bianche (Ambienti glaciali del gruppo del Monte Rosa, SIC/ZPS IT1204220), nonostante il sito rappresenti un impegno ormai ventennale portato sempre avanti con continuità, passione e dedizione, il webmaster non ritiene più opportuno indirizzare migliaia di escursionisti in una valle che non ha imparato ad amare, rispettare e proteggere se stessa, a meno che non intervengano elementi che scongiurino l'ennesimo attacco al suo ambiente.AyasTrekking.it fa parte del gruppo di lavoro "Ripartire dalle Cime Bianche" che ha come scopo lo sviluppo in Ayas di un nuovo modello di turismo sostenibile e attento alle nuove necessità e richieste del mercato nazionale e internazionale.
Il webmaster
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Tratto 1: Barmasc - Colle Portola m. 2410.
Sentiero: 2/105. |
Il parcheggio di Barmasc è costituito da due aree su livelli leggermente differenti; arrivando in auto da Antagnod si incontra prima quella più alta e si prosegue poi con qualche metro di discesa fino alla successiva, dove la strada ha termine. In alternativa è possibile prolungare l'itinerario partendo da Antagnod, seguendo fino a Barmasc l'itinerario 56. Qui è presente una fontana dove poter prelevare acqua fresca; alla sua sinistra, a fianco di una costruzione (vuota) in legno, si trova una palina con diverse indicazioni, in corrispondenza delle quali inizia il sentiero per lo Zerbion (foto 1). I cartelli riportano un tempo di 3h10', verosimile in caso di andatura piuttosto lenta. Il cammino (qui su strada sterrata chiusa al traffico) attraversa per prima cosa con scarsa pendenza la piccola area pic-nic attrezzata con servizi, griglie e tavoli; qui si incontrano i segnavia 2 e 105 (foto 2). Superata l'area pic-nic la pendenza aumenta; rimanendo sempre sulla stessa strada si raggiunge in pochi minuti il Pian delle Signore o Cianciavellà, ampia radura solitamente frequentatissima attraversata dall'antico canale di irrigazione noto come Ru Cortot ancora in funzione anche se più che altro a scopo turistico (foto 3). A destra della strada, nei pressi del ponte che scavalca il canale, si trova un pannello che ne illustra la storia e il progetto di recupero (ancora in corso). Superato il canale si incontrano le prime stazioni (qui di seguito utilizzate come riferimento lungo il cammino) della Via Crucis che avrà termine alla prima anticima nord dello Zerbion. La relativa processione si svolge ogni anno il 17 agosto. Prima del termine della radura si lascia la strada (che piega verso sinistra per portarsi verso il pozzo piezometrico del Ru Cortot) tenendosi sulla destra (foto 4). Si procede ora non più su strada ma su sentiero, comunque largo, tracciato e visibile (foto 5), identificato ancora da segnavia 2 e 105, che sale abbastanza ripido nel bosco con l'aiuto di qualche gradino; il sentiero è stato ritracciato nel 2000 ad uso processione, si incontrano pertanto alcune biforcazioni, i cui rami sono uno il sentiero "nuovo" e l'altro il tradizionale. Non c'è grossa differenza tra le due varianti, che finiscono comunque sempre per riunirsi poco dopo, né ci possono essere dubbi circa l'esattezza del cammino grazie alla costante presenza di segnavia 2 e 105. Più in alto, dopo la stazione IV della Via Crucis, il bosco inizia a farsi più rado e si incontra una piccola radura (foto 6), in cui il sentiero è indicato anche da una frecce gialle dipinte sulle rocce; si rientra poi nel bosco per uscirne nuovamente in una nuova radura che ospita la stazione V (foto 7). Prima della stazione VI si sbuca nel Pian Portola (foto 8), lasciando definitivamente le aree boschive. Questo piano - o per meglio dire falso piano - è uno slargo erboso costellato da macigni di varie dimensioni; tra questi uno è un masso rossastro la cui superficie superiore, orizzontale, è incisa con coppelle la cui datazione è pressochè impossibile e il cui scopo è incerto: mappa celeste, indicazioni terrestri, luogo di offerte o altro. Senza lasciare il sentiero si intraprende un nuovo tratto in salita che taglia verso sinistra il pendio che sovrasta il Pian Portola (foto 9) e punta decisamente, con pendenza moderata, verso il Colle Portola (foto 10). Intorno a 2250 m. di quota il sentiero si frammenta in mille tracce ma non si disperde (foto 11); è indifferente quale seguire, ma in generale per semplicità conviene lasciare la stazione VIII una decina di metri a sinistra (ricalcando di fatto la traccia del sentiero originale). Inizia qui la parte per così dire più "impegnativa" del percorso, con il sentiero che sale via via più ripido su terreno a tratti friabile, con veloci tornantini, qualche gradino intagliato nelle placche di roccia (foto 12) a suon di martello pneumatico e punti leggermente esposti (aggirabili) in direzione del valico, che viene infine raggiunto (foto 13). Sulla sommità del colle si trova la stazione XII. Questo è uno stretto intaglio a V nella cresta di confine con la bassa Valtournenche caratterizzato dal ripido versante ayassino, appena superato, e da un più dolce e verdeggiante pendio verso ovest. Da qui la visuale si apre sulla Valle Centrale, e il cammino lascia la Val d'Ayas per procedere nel territorio del Comune di Châtillon (foto 14). Una serie di indicazioni permettono di identificare i sentieri per lo Zerbion - descritto qui sotto e oggetto di questa pagina - per il Col de Joux e per il Tantanè (escursione 23). |
Tratto 2: Colle Portola m. 2410 - M. Zerbion m. 2722.
Sentiero: 2/6/105. |
Giunti al Colle Portola si svolta dunque a sinistra trascurando le altre direzioni. Il sentiero qui è largo, su terra battuta con cordoli trasversali per impedire l'erosione del terreno ad opera dell'acqua, e sale dolcemente mantenendosi parallelo alla cresta ma a leggera distanza da questa (foto 15). Presto appare (alle spalle) il Cervino, mentre si aggira la prima anticima che ospita una croce e un piccolo altare con una struttura in cemento ospitante una scultura rappresentante un'Ascensione sul cui retro è posta una cassetta metallica con il quaderno di vetta (non è comunque necessario raggiungere la sommità di questa anticima benchè sia un buon punto panoramico e rappresenti il termine della Via Crucis). Superata l'elevazione (foto 16) il sentiero si porta nelle immediate vicinanze della cresta; per chi soffre di vertigini è comunque possibile rimanere a diversi metri dal precipizio. La distanza va ulteriormente aumentata in presenza di neve: in questo tratto si formano facilmente pericolose cornici, sporgenti sulla parete est, su cui bisogna assolutamente evitare di mettere i piedi. Poco dopo il sentiero si porta nuovamente sul versante ovest lasciando la cresta; si sfiora un piccolo spiazzo con una panchina, ospitante la stazione n. II della serie dei Misteri Gioiosi con una panca in legno (foto 17), e si procede sempre su sentiero ben tracciato verso la seconda anticima (foto 18). Avvicinandosi all'anticima si giunge ad un bivio indicato da una freccia gialla (foto 19). Qui è caldamente consigliato seguire l'indicazione; proseguendo dritti ci si ritroverebbe infatti sul vecchio sentiero che comprende un punto interessato da una frana, comunque superabile ma con più attenzione. La freccia gialla indica invece una nuova traccia qualche metro più a monte; si risale il pendio con alcuni tornanti (foto 20) per guadagnare leggermente quota e poi aggirare l'anticima orizzontalmente. Superato il costone si è ormai a portata ottica della vetta. Si scende qualche metro per portarsi alla base della parete rocciosa dell'anticima; qui si incontra, proveniente da destra, la traccia del sentiero tradizionale ora sostituito da quello appena percorso e, subito dopo, una piccola grotta naturale scavata dal vento. Qui alcuni anni fa erano state poste decine di statuette, santini ed immagini religiose; nonostante sia stata successivamente riportata alle condizioni naturali, ultimamente le statue stanno tornando a popolarla. Superata la parete ci si riporta nei pressi della cresta, continuando a salire lievemente (foto 21). Su questo tratto di cresta è posta una stazione di rilevamento meteorologico. Da qui la grande statua della Madonna posta in cima è ben visibile, e si affronta così l'ultimissimo tratto di salita (foto 22). Il sentiero lascia ancora la cresta e attraversa il pendio costituito qui da erba e sassi affioranti puntando a destra della statua, che viene aggirata in senso antiorario fino a trovarsi a sud-est della cima (foto 23); qui da destra confluisce il sentiero proveniente da Promiod (escursione 4b). Con un'ultima rampa più ripida su roccia e terreno piuttosto friabile si guadagna infine la vetta dello Zerbion (foto 24). Sull'angolo sud-ovest del basamento della statua è posta una targa metallica con una breve poesia in quattro versi del poeta piemontese Giovanni Calchera, dal titolo "La Madòn-a dël Zerbiòn", in dialetto piemontese con traduzione in italiano. Nota: La grande statua in cemento bianco della Madonna dello Zerbion, o Madonna delle Alpi, è stata ideata dal Comitato Femminile di St.-Vincent e posta in loco nel 1932 in memoria dei grandi eroi d'Italia, come riportato sulla targa in bronzo posta sulla parete sud del piedistallo. La stessa targa riporta i nomi di 24 cooperatori insigni elencati in due colonne; il primo nome della colonna sinistra è stato rimosso ma è ancora riconoscibile: Benito Mussolini. La prima riga della colonna destra riporta invece quello del Cappellano Militare Don Edmondo De Amicis, religioso della RSI omonimo del più noto scrittore. Una seconda targa in pietra, al di sopra dell'architrave della porta di accesso al locale interno al piedistallo, riporta la scritta "AVE STELLA ALPIVM! MATER MILITUM DVLCISSIMA! REGINA PACIS!" e la data dell'opera: 1932 - X°. Più in alto, subito sotto la statua, una targa in pietra più grezza riporta la dicitura "POSUERUNT ME CUSTODEM". Sul resto della superficie della parete sono state fissate del corso dei decenni ulteriori targhe, targhette, immagini, foto, scritte ecc. ecc. La statua è stata restaurata nel luglio del 1993 su commissione della Comunità Montana Monte Cervino, come documentato da una targhetta posta sul retro della statua stessa. |
Tratto 3: M. Zerbion m. 2722 - Barmasc.
Sentiero: 2/6/105, poi 2/105. |
Il tragitto è lo stesso seguito per la salita. Si lascia la vetta dello Zerbion scendendo inizialmente verso sud-ovest; si incontra subito un bivio (foto 25) dove si separano il sentiero per Promiod e quello che riporta al Colle Portola, seguendo quindi quest'ultimo verso destra. Il sentiero aggira così la vetta, portandosi sul pendio ovest e successivamente nei pressi della cresta in corrispondenza della stazione meteo, cresta che viene seguita fino alla prima anticima (foto 26). Rimanendo sulla traccia alla base della parete si supera la grotta giungendo ad una biforcazione, già visibile nella foto 26: è consigliabile seguire il ramo destro, che è il sentiero più recente, mentre il sinistro è il sentiero più vecchio che, come si è detto durante la descrizione della salita, è stato interessato da uno smottamento e richiede più attenzione. Aggirata l'anticima si perde quota con una serie di tornantini, incontrando alla base di questi il sentiero scartato al precedente bivio: si svolta verso destra in direzione della prima anticima. Questa viene raggiunta dopo un nuovo breve tratto nei pressi della cresta (foto 27); è possibile - anche se del tutto facoltativo - raggiungerne la sommità, e poi scendere sul versante opposto per riprendere il sentiero principale. A nord dell'anticima il cammino per il Colle Portola è breve. Dal colle è possibile eventualmente, anzichè scendere, proseguire in cresta fino al M. Tantanè, come descritto nell'itinerario 23 dal tratto 2 in avanti, o in alternativa scendere a Promiod (tratto 3 dell'escursione 4b) Per tornare a Barmasc, punto di partenza di questo itinerario, si attraversa il valico per portarsi sul versante ayassino. Qui si affronta il primo tratto di discesa ripida, con tornantini e scalini intagliati nella roccia, fino al meno tormentato traverso che conduce al Pian Portola (foto 28). Mantenendosi sul sentiero si attraversa la breve alternanza di bosco e piccole radure raggiungendo poi il Pian delle Signore (foto 29), dove, raccolta la confluenza della strada da destra, si attraversa il ponte sul Ru Cortot rientrando nuovamente nel bosco: in pochi minuti di discesa si torna così al punto di partenza, il parcheggio di Barmasc. |
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Il cammino verso la cima dello Zerbion visto dal Colle Bettaforca.
La partenza è a Barmasc, evidenziata
in blu; si procede verso il Pian Portola, segnato in azzurro e da lì
al Colle Portola, la tacca appena sopra il pallino
giallo. Dal colle il sentiero passa alternativamente in costa e sull'altro
versante, più dolce, per giungere finalmente in cima (segno rosso). Sotto a Barmasc si vede chiaramente Antagnod, col suo campanile, e alla sua sinistra Lignod. |
NOTA: il tracciato che fornisco è relativo ai movimenti nel giorno in cui il dato sentiero è stato percorso con il GPS, e può contenere imprecisioni dovute a spostamenti non inerenti il tragitto e ad errori dello strumento. Può essere utilizzato come riferimento, eventualmente come traccia approssimata e per il calcolo delle distanze dai waypoint, ma NON va seguito se sembra dirigersi in posti assurdi.
Cliccare sull'immagine a sinistra per scaricare i tracciati per GPS TrackMaker, Google Earth e in formato GPX e una cartina in formato PDF.11. Giulia Maria | 29/07/2024, 21.00.30 | |
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Escursione a fine luglio 2024, nella giornata della Festa della Madonna dello Zerbion. Giornata perfetta, la mia setterina Ariel è stata all altezza nonostante il passare degli anni | |
10. Mauro e Delia | 04/07/2023, 18.57.48 | |
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Fantastica! Faticosa ma alla fine vedi la val d'Aosta a 360 gradi. Incontro con stambecchi. Che vuoi di più dalla vita? | |
9. Lalupa | 19/09/2021, 18.18.14 | |
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descrizione esauriente che metterò in pratica fra qualche giorno. grazie. | |
8. Fab | 28/08/2020, 11.47.04 | |
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Gita effettuata il 27 agosto con partenza verso le 3.30 dal parcheggio di Barmasc ed arrivo in cima verso le 6.15 per ammirare l'alba. Giornata ottima e passeggiata dapprima sotto le stelle e poi con le prime luci del sole che non può che essere definita un'esperienza emozionante ed unica ! | |
7. Giulia Maria | 07/08/2020, 18.35.40 | |
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Gita effettuata il 7 agosto 2020, giornata di sole pieno. Con me Ariel, la mia setter inglese. Escursione bellissima, non eccessivo affollamento in cima. Grazie a chi gestisce questo sito, ogni volta è perfetta la descrizione, i suggerimenti, le avvertenze. Buone esplorazioni a tutti!!! |
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6. Wiking53 | 18/08/2015, 20.24.27 | |
Utente registrato Età: 71 anni Valutazione: |
Splendido panorama | |
5. Rodolfo cristina | 25/09/2013, 15.13.39 | |
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siamo saliti il 20/09/13 dura faticosa ma stupenda tempo bellissimo da rifare | |
4. LaDella | 04/07/2011, 18.40.56 | |
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Siamo saliti allo Zerbion mercoledi 29 giugno. Tempo bellissimo e solo 2 persone in vetta. Rientro al col Portola via Valtournenche, sentiero 7 e 12. Bella passeggiata, data la semplicita' adatta anche a chi sta soffrendo di "sindrome da scarponi nuovi" ..... ;-) | |
3. Lothlorien66 | 15/07/2009, 11.15.30 | |
Utente registrato Età: 58 anni Valutazione: |
L'escursione è stata decisamente positiva, la consiglio a chi vuole godere di un panorama mozzafiato, portando con se tutta la famiglia in un itinerario poco impegnativo! | |
2. Daniel | 02/09/2008, 12.45.14 | |
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Peccato che siamo saliti con parecchie nuvole che ci hanno in parte rovinato il panorama in cima. In compenso il tempo tormentato ha reso il tutto ancora più suggestivo. La camminata è molto bella e offre viste davvero spettacolari sulla Val d'Ayas dalla cresta del Col Portola. Abbiamo anche visto un piccolo camoscio, fatto abbastanza raro in una zona così frequentata. | |
1. Carlo Maria | 20/07/2008, 17.02.06 | |
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Segnalo invece di evitare totalmente di seguire l'indicazione di un sentiero che dovrebbe portare direttamente allo Zerbion (2 ore) e che non ho rintracciato (mi sono trovato ad una stazione RAI). Ho fatto ieri (19/07/2008) per la prima volta questa escursione, ed in effetti la vista dallao Zerbion sarebbe impressionante. Dico sarebbe perché - lo dico da cattolico praticante - l'incombente statua posizionata in cima (un'orrenda massa biancastra visibile da tutta la valle. Di più brutte ho visto solo quella dell'Alpe Motta, peraltro in contesto totalmente differente) snatura totalmente il luogo oltre ad essere, per uno come me che ha rispetto di ogni culto, offensivo per chi cattolico non è. Lo stesso sentiero (al di là di quanto già scritto) è "funestato" di lapidi che più che una via crucis rammentano un cimitero. Mi domando il perché (se proprio si doveva) non si è scelto di apporre delle semplici piccole croci metalliche come usasi in ogni consesso civilizzato. |