Salita: Cloutraz m. 1052 - M. Ruvic m. 2922
Sentiero: 1, 3 poi senza sentiero.
Tempo di percorrenza: 5-6h.
Difficoltà: pietraie instabili, assenza di traccia a terra, roccia fino al II.
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1. Inizio della strada, già sterrata, nel bosco. |
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2. Il primo taglio di tornanti. |
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3. Incrocio della strada dopo il primo taglio. |
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4. La deviazione del sentiero 2 per Clapey Ghiabou viene evitata. |
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5. Al tornante successivo si lascia la strada. |
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6. Si incrocia la strada imboccando il sentiero che prosegue di fronte. |
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7. Dopo un tornante su strada ci si stacca nuovamente verso destra. |
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8. Due incroci ravvicinati con la strada. |
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9. Riunione con la strada in corrispondenza di un incrocio. |
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10. Alcuni cartelli lungo la strada. |
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11. Dopo il tornante successivo si lascia la strada ancora una volta. |
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12. Due attraversamenti di un torrente: prima un ponte... |
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13. ... e poi un piccolo guado. |
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14. Ultimo incrocio con la strada, che prosegue verso l'Alpe Valmeriana. |
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15. Si lascia la strada sul sentiero con segnavia 1. |
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16. Abbandonata definitivamente la strada il sentiero sale nel bosco. |
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17. Un tratto di mulattiera. |
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18. Il bivio 1/3 (Colle di Valmeriana - Col Giron). Si prosegue a destra. |
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19. Attraversamento di una prima pietraia. Sullo sfondo la frastagliata cresta del Ruvic. |
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20. Si passa di fronte ad un rudere lasciandolo a sinistra. |
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21. La traccia prosegue tra rocce e detriti. |
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22. Si sale più ripidi sulla pietraia, costeggiando brevemente la parete di destra. |
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23. Traverso verso destra. |
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24. La grande pietraia che precede la salita al Col Giron. |
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25. Un passaggio ripido lungo la parete di destra. |
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26. Avvicinamento al Col Giron. |
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27. Salita finale al Col Giron. |
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28. Partenza verso il Ruvic su roccia a blocchi. |
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29. Durante la salita si incontra qualche ometto di pietre di varie dimensioni. |
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30. Aggiramento dei primi due risalti della cresta con qualche passaggio su roccia. |
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31. Una cengia detritica conclude l'aggiramento. |
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32. Si attraversa poi una conca detritica puntando verso il risalto di fronte. |
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33. Zigzagando tra le rocce si raggiunge il grosso ometto ben visibile. |
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34. Dopo l'ometto si aggira inizialmente il risalto sulla destra. |
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35. Un disagevole passaggio su roccia durante l'aggiramento del risalto. |
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36. Leggera discesa, attraversamento di una piccola conca e risalita sulla crestina successiva. |
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37. Diedro di circa 4 m. da affrontare in discesa. |
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38. Si segue la base della parete di sinistra. |
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39. Si risale poi un nuovo pendio detritico verso la cresta di fronte. |
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40. La paretina viene aggirata sul lato nord con uno scomodo passaggio. |
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41. Il semplice pendio finale. |
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42. L'arrivo alla croce di vetta. |
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La partenza di questo itinerario è a Cloutraz, raggiungibile da Pontey o Chambave. Qui, dove finisce la strada percorribile senza permessi, c'è un piccolo parcheggio e si trova anche una fontanella dove fare scorta d'acqua (non ce ne saranno altre per tutto il percorso).
Si lascia Cloutraz proseguendo a destra sulla strada asfaltata, che inizia ad inoltrarsi nel bosco e diventa presto sterrata (foto 1).
Dopo poche centinaia di metri si incontra il primo taglio (foto 2); il sentiero che si stacca a destra dalla strada è numerato 1 e sale per circa 400 metri permettendo di evitare oltre un chilometro di strada.
Più in alto si riincontra la sterrata (foto 3) e la si attraversa trovando subito la prosecuzione del sentiero. Questo secondo taglio è decisamente più corto; dopo circa 200 m. ci si ritrova sulla strada e la si segue verso sinistra in salita.
Poco dopo si incontra un sentiero che si stacca a destra (foto 4): è il 2 per Clapey Ghiabou (che rappresenta anche l'avvicinamento alla Cima Nera). In questo caso lo si tralascia proseguendo sulla strada.
Quando la strada sta per affrontare un tornante a destra si incontra nuovamente il sentiero che procede dritto (foto 5) e che dopo circa 200 m. incrocia nuovamente la strada (foto 6) attraversandola.
Dopo un breve tratto di sentiero ci si ritrova sulla strada, che viene seguita verso destra (la strada descrive subito un tornante a sinistra). Subito dopo il tornante si lascia di nuovo la strada imboccando il sentiero sulla destra (foto 7), che inizia con alcuni gradini di pietra.
Il sentiero incontra velocemente altre due volte la strada (foto 8) per poi tornare nel bosco per un tratto più lungo (circa 250 m.), al termine del quale si trova ancora la strada in corrispondenza di un incrocio: qui si prosegue sulla strada di fronte (foto 9) seguendola per circa 450 m. e incontrando alcuni cartelli (foto 10) riportanti l'Alpe Valmeriana a 30' e, all'indietro, Pontey a 1h50' e Cloutraz a 1h, tutte su sentiero numerato 1.
La strada descrive un tornante a destra, subito dopo il quale si ritrova il sentiero sulla sinistra (foto 11), numerato 1 e 4.
Questo sale pressochè parallelo alla strada attraversando due volte un torrente, prima con un ponte (foto 12) e poi con un facile guado (foto 13).
Subito dopo il guado si ritrova - per l'ultima volta la strada (foto 14) nei pressi di un ponte; alla confluenza del sentiero si trova anche una palina che indica l'Alpe Valmeriana a sinistra (sulla strada), Pontey e Cloutraz rispettivamente a 2h05' e 1h20' sul sentiero da cui si è arrivati, e il M. Barbeston (sentiero 1, 2h15') e il Col Giron (sentiero 3, 2h30') di fronte. Si scarta dunque l'indicazione per l'alpeggio, che è fuori dall'itinerario, e si attraversa la strada lasciandola definitivamente e imboccando il sentiero di fronte (foto 15), individuato da un segnavia 1 su una roccia.
Il sentiero sale graduelmente nel bosco (foto 16), che va via via diradandosi man mano che si prende quota. Si incontra un tratto di mulattiera (foto 17) e si inizia a scorgere il grande anfiteatro di roccia che costituisce la testata della valle.
A quota 1930 circa il sentiero si biforca (foto 18); il ramo 1 (a sinistra) conduce al Colle di Valmeriana ed eventualmente al M. Barbeston e nella Valle di Champdepraz, mentre il 3 a destra porta al più lontano Col Giron, indicato a 2h. Si segue naturalmente questa direzione.
Il sentiero prosegue zigzagando tra i cespugli e dopo un traverso su detriti (foto 19) raggiunge i resti di una costruzione passando alla sua destra (foto 20) e proseguendo la salita tra gli ultimi alberi e con qualche passaggio tra le rocce (foto 21).
Si prende quota così più velocemente su pietraia seguendo la sequenza di segni gialli e ometti di pietre e sfiorando per un breve tratto la parete di destra (foto 22).
Si prosegue la salita con tornanti su detriti e con un traverso verso destra (foto 23) che immette su una grande pietraia (foto 24).
Si procede rimanende per lo più sul lato destro; a quota 2420 circa la sequenza di bolli gialli si interrompe: da qui si procederà a vista.
Si segue il lato destro della pietraia, vicino alla parete, con passaggi decisamente ripidi su terra ed erba (foto 25), o in alternativa più verso il centro della conca descrivendo eventualmente dei tornanti su detriti piuttosto instabili (opzione forse più consigliabile al ritorno) e poi, quasi arrivati al colle, un traverso su detriti, terra ed erba (foto 26) che porta al pendio terminale, risalito il quale (foto 27) si raggiunge il Col Giron (m. 2602).
Ripartendo dal colle si procede a sinistra (sud-ovest) su roccia a blocchi (foto 28); si trovano alcuni ometti di pietre (foto 29) aggirando sulla destra i primi due risalti rocciosi della cresta con alcuni passaggi su buona roccia (foto 30); al termine dell'aggiramento una cengia (foto 31) conduce ad una conca di detriti rossastri (foto 32), che va attraversata puntando in salita verso la formazione rocciosa di fronte, dove si scorge già un grosso ometto di pietre; questo viene facilmente raggiunto zigzagando tra le rocce (foto 33).
Dal balconcino su cui è stato costruito l'ometto ci si tiene sulla destra, aggirando inizialmente il risalto su roccia (foto 34) su blocchi di roccia con un passaggio di II in spaccata (foto 35) e poi raggiungendone la cima.
Si percorre ora l'ampia cresta e si scende leggermente (foto 36) in una conca cosparsa di grossi detriti per poi risalire lungo la cresta successiva verso sinistra; questa conduce a quello che si può definire il "passaggio chiave" della salita: un diedro di circa 4 m. da affrontare in discesa (foto 37). Il passaggio, benchè quasi verticale, presenta molti appigli e appoggi, pertanto la difficoltà non supera il II grado.
Superato il diedro si aggira la parete di sinistra rimanendo alla sua base (foto 38) fino a raggiungere un pendio detritico (foto 39). Questo viene risalito in direzione della cresta di fronte tendendo però leggermente a sinistra del punto più basso, verso il lato destro del risalto roccioso in cresta.
Si aggira poi questo risalto rimanendo sul lato nord con un disagevole passaggio sotto una roccia che richiede di abbassarsi e fare attenzione a non incastrarsi con lo zaino o i bastoncini legati ad esso (foto 40).
Oltrepassata la paretina ci si ritrova sul pendio finale (foto 41) oltre il quale si trova un breve tratto di cresta orizzontale su cui è posta la croce di vetta (foto 42).
43. Il M. Avic visto dal M. Ruvic.
Il panorama dalla vetta del M. Ruvic è naturalmente molto ampio, limitato solo in alcuni settori da cime più alte. Tralasciando le cime minori, da ovest a est si stende tutta la cresta di confine con i gruppi del Bianco, del Grand Combin, del Cervino e del Rosa (esclusa la sola lontana Nordend) al gran completo; a sud-est la vista arriva fino alla pianura del Canavese. A sud si stende il Parco del M. Avic, di cui spuntano quasi tutte le cime principali tra cui il M. Glacier e il più vicino M.Avic (foto 43). Proseguendo verso ovest si riconoscono tra le altre la Tersiva, il Gran Paradiso, il gruppo della Grivola, l'Emilius e la Becca di Nona.
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Discesa: M.Revic m. 2922 - Cloutraz m. 1052
Sentiero: senza sentiero, poi 3, 1.
Tempo di percorrenza:4h-5h.
Difficoltà: pietraie instabili, assenza di traccia a terra, roccia fino al II.
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44. Partenza verso ovest dalla croce di vetta. |
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45. Passaggio sotto una roccia sporgente. |
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46. Attraversamento della conca detritica fino al diedro. |
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47. Risalita del diedro. |
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48. Dopo il diedro si percorre la pietraia nei pressi della cresta. |
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49. Risalita sul risalto successivo. |
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50. Discesa in spaccata prima di raggiungere il grosso ometto. |
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51. Attraversamento di una conca detritica verso una cengia a sinistra della cresta. |
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52. Una cengia, segnalata da ometti, permette di aggirare un risalto della cresta. |
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53. Taglio del pendio detritico dell'ultimo risalto e ritorno al Col Giron. |
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54. Discesa sulla ripida pietraia a est del Col Giron. |
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55. In fondo alla prima rampa si incontrano grosse rocce rosse in una conca. |
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56. Sui grandi blocchi di roccia di questa zona si incontrano i primi bolli gialli. |
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57. Traverso su sentiero più evidente, con bolli e ometti. |
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58. Esaurito il grosso della pietraia si procede tra alberi e grosse rocce. |
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59. Incontro con il sentiero 1 proveniente dal Colle di Valmeriana. Si procede a sinistra. |
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A meno di voler effettuare una traversata nella Valle di Champdepraz, la discesa avverrà inevitabilmente ripercorrendo la stessa via di salita.
Si lascia lo spiazzo della croce di vetta procedendo verso ovest (foto 44) tagliando brevemente un pendio detritico che comprende però uno scomodo passaggio su una cengetta sotto una roccia (foto 45) che immette sulla pietraia a nord della cresta; questa va poi attraversata verso sud senza perdere quota (foto 46) fino a raggiungere la base del diedro di II già affrontato in discesa all'andata. Questo va risalito senza incontrare grosse difficoltà grazie ad una frastagliata spaccatura nella roccia che offre buoni appigli e appoggi e ad isolati passi in aderenza (foto 47).
Superato il diedro si risale per alcuni metri per riportarsi nei pressi della cresta (foto 48), percorrendola in salita per raggiungere il risalto successivo (foto 49) da cui si scende sul versante opposto con uno scomodo passaggio in spaccata (foto 50) che permette di raggiungere il grosso ometto poco lontano.
Dall'ometto si ridiscende nella conca detritica sottostante (foto 51) andando ad intercettare una cengia a sinistra della cresta (foto 52) che aggira il penultimo risalto e immette sul versante detritico che, tagliato in discesa (foto 53), permette di tornare al Col Giron.
Raggiunto il valico lo si attraversa portandosi in Valmeriana e si affronta la discesa su pietraia (foto 54), che si presenta decisamente ripida, instabile e con incerte e frammentate tracce di sentiero.
Dopo la prima ripida rampa si incontra una conca più pianeggiante, con rocce rossastre a grossi blocchi, che conviene attraversare rimanendo sulla sinistra (foto 55). In questo tratto si trovano, oltre ai primi alberi, anche i primi bolli gialli che indicano la via di discesa (foto 56).
Esaurita l'area di grossi detriti si continua a scendere su tracce più evidenti di sentiero, ancora segnalate da bollini e ometti, che descrivono un traverso lungo il pendio e portano al rudere di una costruzione (quello della foto 20); da qui anche gli alberi iniziano a diventare gradualmente meno radi (foto 58).
Si giunge così al bivio in corrispondenza del quale si riceve da destra il sentiero 1 proveniente dal Colle di Valmeriana (foto 59): qui naturalmente si scende a sinistra seguendo l'indicazione per Cloutraz.
Dopo circa 1 Km si incontra la strada dell'Alpe Valmeriana; la si attraversa rimanendo sul sentiero e incontrando un guado, un ponte e successivamente di nuovo la strada, che viene seguita verso destra per un tratto fino ad un quadrivio, dove si imbocca il sentiero di fronte scartando le strade di destra e di sinistra.
Il sentiero, che è ormai ben segnato ed evidente, procede verso valle incrociando o seguendo per alcuni tratti le strade della zona; si consiglia di fare riferimento al tracciato GPS e/o alla cartina allegata.
Con il ritorno a Cloutraz si conclude la lunga escursione.
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