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Questo itinerario porta alla scoperta di alcune delle miniere d'oro - o più propriamente di pirite aurifera - di Béchaz, nel territorio di Challand St.-Anselme.
Coltivate presumibilmente almeno dal 1752 fino al 1984 (esistono però notizie storiche circa lo sfruttamento minerario della zona già nel XIII secolo) e scavate nelle profondità del M. Salè, queste miniere sono formate da numerosi filoni di quarzo - per lo più ad andamento verticale - raggiunti da una trentina di accessi, tra pozzi, trincee e traversobanchi.
A differenza delle più note miniere di Chamousira (www.chamousira.net), poste sul versante opposto nei pressi di La Croix e coltivate anch'esse in parte del XX secolo dalla The Evançon Gold Mining Company, le miniere di Béchaz non sono sfruttate turisticamente, non esistono al momento visite guidate né sono state messe in sicurezza per il pubblico (alcune sono recintate ma altre rimangono aperte, diverse sono sbarrate o allagate, esistono profondi pozzi verticali che si aprono improvvisamente nelle gallerie orizzontali), pertanto è da ricordare che l'ingresso nelle miniere è severamente vietato.
Tuttavia tra il 2015 e il 2016 è stato tracciato un percorso ad anello che consente la visita di alcuni di questi accessi e dei resti delle costruzioni utilizzate al tempo della coltivazione; lungo il sentiero - praticabile per tutti, e comprendente solo alcuni tratti moderatamente ripidi - sono posti diversi cartelli riportanti piante o sezioni delle coltivazioni dei filoni e dettagli tecnici e storici sul passato minerario della zona.
L'itinerario, che non richiede una giornata intera ma è percorribile in breve tempo, include alcuni tratti decisamente panoramici sulla bassa valle, dal Castello di Verrès alla zona di Brusson, con scorci in particolare sulla zona delle Dame di Challand, su parte del gruppo del Nery (per la più la Punta Champlong e la Cleve di Moulaz) e il Vallone di Chasten. La modesta quota lo rende praticabile per buona parte dell'anno.
L'anello del percorso minerario è raggiungibile da diverse frazioni (ad esempio da Orbeillaz via Ru d'Arlaz o da Torrettaz) ma l'itinerario qui descritto predilige l'accesso più rapido da Arbaz, posta sulla strada che da Challand St.-Anselme/Quinçod sale al Col Tsecore via Orbeillaz. Il dislivello totale da affrontare è inferiore ai 200 m. e lao sviluppo (considerando come punto di partenza il tornante prima di Arbaz) è di circa 3 Km.
Arbaz m. 1516 - Anello delle miniere di Béchaz.
Sentiero: 2A/2. Tempo di percorrenza: 45' - 60'. Difficoltà: nessuna. Qualche breve tratto ripido.
1. L'inizio del sentiero sulla strada poco prima di Arbaz.
2. Prima diramazione alla partenza: si sale a sinistra.
3. Il quadrivio che precede l'arrivo all'anello delle miniere.
4. Inizio dell'anello minerario.
5. La carta della zona delle miniere.
6. Inizio del percorso minerario: ampio sentiero pianeggiante.
7. Il pozzo del filone n. 2.
8. L'ingresso del traversobanco n. 2.
9. L'ingresso del traversobanco Béchaz.
10. Il panorama dal piazzale deposito materiale.
11. Inizio della salita.
12. Traverso panoramico.
13. Il ponticello lungo il traverso.
14. La trincea del filone n. 3.
15. Il pozzo del filone n. 5.
16. Un rudere lungo la discesa.
17. Il traversobanco n. 3.
18. Il pozzo del filone n. 6.
19. Il quadrivio per Torrettaz - Testa di Comagna.
La strada provinciale che da Quinçod sale al Col Tsecore, superata Orbeillaz, descrive alcuni tornanti; in corrispondenza dell'ultimo (verso sinistra) prima di Arbaz inizia il sentiero più diretto per l'accesso alle miniere (foto 1; in alternativa si può partire dalla vicina Arbaz, scendendo leggermente lungo la strada o seguendo il sentiero 2 appena sopra la stessa).
Qui si incontra subito una palina con l'indicazione del sentiero 2 per le MIniere di Béchaz a sinistra (foto 2), si scarta pertanto il ramo 2/17 che scende a destra.
Guadagnati pochi metri si piega poi a destra (a sinistra si sale ad Arbaz) puntando verso la zona delle miniere (si segnala qualche imprecisione nella numerazione dei sentieri: questo tratto è qui identificato come 2, mentre al bivio successivo è indicato 2A).
Il sentiero procede ora nel bosco inizialmente in direzione ENE, con piccoli saliscendi, fino ad un quadrivio (foto 3, quota ~1492). Qui a destra si scende a Torrettaz (40', sentiero 17) mentre a sinistra il sentiero 18 sale alla Testa di Comagna (2h) o ad Arbaz (20'). L'inizio del percorso minerario è indicato a 5' procedendo dritti.
Nota: scendendo leggermente verso destra per un centinaio di metri si raggiunge una radura ospitante i resti della polveriera inferiore. Attraversando la radura si può imboccare un largo sentiero che in 70 m. conduce all'Alpe Béchaz, ricavata dalla costruzione che ospitava il dormitorio, la sala macchine e la forgia. A pochi metri da questa costruzione è visibile l'ingresso del traversobanco n. 1. Da qui partiva la teleferica per il trasporto materiale agli stabilimenti di Torrettaz; lungo la parete nord-est sono ancora presenti resti di macchinari.
Pochi minuti dopo infatti (circa 70 m.) si incontra il punto da considerarsi come inizio e termine del percorso minerario ad anello (foto 4). Il sentiero può naturalmente essere percorso nei due sensi, tuttavia si consiglia di seguirlo in senso antiorario come indicato dalle numerose frecce e di seguito descritto.
In questo punto è posto un pannello con la cartina della zona e lo schema delle opere circostanti (foto 5).
Si procede dunque dritti su sentiero pianeggiante (foto 6) per circa 250 m. fino a raggiungere il pozzo del filone 2 (foto 7), sbarrato e con abbondandi segnalazioni di pericolo.
Seguono a brevissima distanza l'ingresso del traversobanco n. 2 (foto 8), un altro accesso e
il traversobanco Béchaz (foto 9), chiuso con una porta a pochi metri dall'ingresso.
A destra del sentiero si può raggiungere con una scaletta, poco più in basso, il piazzale adibito a deposito materiale, che gode di un ampio panorama sulla zona (foto 10).
Il sentiero sale poi a sinistra (foto 11) con alcuni gradini; uscito dal bosco effettua un traverso panoramico (foto 12) protetto da un parapetto in cavo di acciaio con un passaggio attrezzato con un ponticello (foto 13) raggiungendo uno spiazzo e piegando poi a sinistra. Si guadagna ancora quota con alcuni tornanti fino a raggiugnere la trincea del filone n. 3 a quota 1544 (foto 14).
SI guadagna ancora qualche metro sulle rocce sopra la trincea dirigendosi poi a destra. A una piccola discesa
segue una leggera salita, e si raggiunge così il pozzo del filone n. 5 (foto 15), che si presenta allagato. Successivamente si scende sfiorando i resti di un edificio (foto 16) fino a raggiungere il traversobanco n. 3 (foto 17).
Si affronta una salita e alcuni piccoli saliscendi, toccando così il pozzo del filone n. 6 (foto 18). Questo è l'ultima cavità toccata dal percorso minerario; con un'ultima discesa si torna infatti al sentiero sottostante, chiudendo di fatto l'anello là dove iniziava (foto 4: si arriva dalla traccia in alto a sinistra).
Qui si svolta a destra raggiungendo presto il quadrivio per Torrettaz (a sinistra) e la Testa di Comagna (a destra). Qui si procede dritti seguendo l'indicazione per Arbaz (20'), tornando così al punto di partenza.
TRACCIATO GPS
La cartina dell'anello minerario sentiero di avvicinamento dal tornante prima di Arbaz incluso.
L'immagine comprende tutti i principali sentieri della zona,
la rete stradale, le zone abitate, le aree boschive e prative e le isoipse a 10 m.
Cliccare sull'immagine per scaricare una dettagliata cartina vettoriale in formato PDF e il tracciato GPS per GPS Trackmaker, per Google Earth e in formato GPX (escluso tratto di ritorno da Baraccon a Torille sulla statale).
Note meteorologiche:
La zona non è particolarmente soggetta ad annuvolamenti se non in presenza di vento umido da sud, e risente più del clima della valle centrale che di quello della Val d'Ayas. Periodo consigliato:
L'itinerario rimane generalmente praticabile per buona parte dell'anno, indicativamente da aprile a novembre e oltre. Attrezzatura:
In assenza di neve il sentiero può essere tranquillamente percorso anche con scarponcini leggeri, non è necessario equipaggiamento tecnico. Frequentazione:
La zona non è molto sfruttata turisticamente, tuttavia non è impossibile incontrare qualche escursionista.
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