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A seguito del proposito di un nuovo collegamento funiviario tra Frachey e il Colle Superiore delle Cime Bianche nell'area protetta del Vallone delle Cime Bianche (Ambienti glaciali del gruppo del Monte Rosa, SIC/ZPS IT1204220), nonostante il sito rappresenti un impegno ormai ventennale portato sempre avanti con continuità, passione e dedizione, il webmaster non ritiene più opportuno indirizzare migliaia di escursionisti in una valle che non ha imparato ad amare, rispettare e proteggere se stessa, a meno che non intervengano elementi che scongiurino l'ennesimo attacco al suo ambiente.AyasTrekking.it fa parte del gruppo di lavoro "Ripartire dalle Cime Bianche" che ha come scopo lo sviluppo in Ayas di un nuovo modello di turismo sostenibile e attento alle nuove necessità e richieste del mercato nazionale e internazionale.
Il webmaster
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Tratto 1: Rifugio Guide di Ayas - Bivacco Rossi e Volante
Tipo di percorso: ghiacciaio - roccia. |
Lasciato il rifugio Guide di Ayas prima dell'alba (foto 1), si segue dapprima il percorso, solitamente ben tracciato (foto 2), che passa al di sopra dei seracchi a est del rifugio e porta in direzione del Polluce, del versante ovest del Castore (itinerario alpinistico 4) e del Colle di Verra. Aggirata, lasciandola a sinistra, la seraccata che dal plateau superiore del Grande Ghiacciaio di Verra precipita sull'inferiore si svolta nettamente a sinistra (foto 3) in direzione nord-ovest, abbandonando la traccia che porta al Colle di Verra e al Castore e seguendo invece quella che si avvicina al Polluce. Si risale dunque, tagliandolo in diagonale, un pendio ghiacciato leggermente più ripido, con crepacci (foto 4), giungendo sulla dolce gobba posta a sud-ovest del Polluce, a quota 3770 circa (foto 5). Qui si abbandona la traccia che conduce alle vie di salita al Polluce e si inizia una lieve discesa (foto 6) verso il plateau della Porta Nera. Alla fine della discesa (anche questa parte è solitamente ben tracciata, essendo parte del percorso che porta al Colle del Breithorn e al Plateau Rosa) si può osservare meglio lo sperone roccioso affiorante dal ghiaccio dove trova posto il Bivacco Rossi e Volante, che ancora può confondersi tra le rocce del suo stesso colore. Questo prevede due vie di salita; una dal basso (in rosso) e una dall'alto (in blu) (foto 7). La prima richiede l'avvicinamento diretto alla parete rocciosa, con un breve tratto in salita piuttosto ripida su ghiaccio con superamento di una crepaccia terminale seguita da risalita su roccia con l'aiuto di un cavo metallico, e si considera la via di salita normale al bivacco. La seconda invece, qui illustrata e inclusa nel tracciato GPS, ma che in determinate condizioni potrebbe non essere tracciata, si effettua rimanendo più in basso della roccia, aggirando così a sud lo spigolo e - a distanza di sicurezza, e senza sostare troppo - la seraccata alla sua sinistra; superati i seracchi si risale dunque il pendio in direzione della Roccia Nera (foto 8), portandosi al di sopra delle rocce del bivacco. Volendo fermarsi presso quest'ultimo, si taglia in orizzontale fino alla sommità dello sperone, da cui si individua una facile via di discesa (II scarso) di pochi metri su buona roccia (foto 9) fino al balconcino che ospita il bivacco. In assenza di neve è possibile evitare di scendere con i ramponi (si raccomanda comunque di toglierli per entrare all'interno). Preferendo proseguire direttamente alla vetta si mantiene la direzione portandosi così alla base del pendio sud-ovest della Roccia Nera. |
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Tratto 2: Bivacco Rossi e Volante - Roccia Nera
Tipo di percorso: ghiacciaio.
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Lasciato il bivacco, si risalgono le rocce sovrastanti con difficoltà elementari (foto 10), giungendo al piccolo pianoro - roccioso o innevato a seconda delle condizioni - dove termina lo sperone. Da qui inizia la salita vera e propria (foto 11); le difficoltà possono variare notevolmente in funzione delle condizioni del ghiacciaio. La pendenza è progressivamente crescente; lo scivolo può essere affrontato a tornanti (il tracciato GPS incluso segue questa via) o per massima pendenza, con un attento uso della piccozza (eventualmente due) e dei ramponi. Con scarso innevamento può essere presente ghiaccio vivo. L'inclinazione raggiunge i 45° nella parte centrale, per poi ridursi leggermente nell'ultima parte prima dell'arrivo in cresta. Raggiunta quest'ultima (foto 12) la si percorre verso destra mantenendosi a debita distanza dal bordo a causa delle cornici, arrivando così velocemente alla vetta. Spettacolare la vista sul Polluce, di soli 16 metri più alto, e sui versanti nord e ovest del Castore (foto 13). A nord, senza avvicinarsi alla cornice, si nota la lunga lingua di ghiaccio del Gornergletscher, con la Gornergrat dove si riconoscono gli impianti e l'arrivo del trenino che sale da Zermatt. Verso ovest (foto 14) sono ben riconoscibili le tre vette dei Breithorn, e la più vicina Quota 4106, la prossima meta. |
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Tratto 3: Roccia Nera - Quota 4106
Tipo di percorso: ghiacciaio - roccia/misto. |
Si lascia la vetta della Roccia Nera tornando sui propri passi sulla cresta nord-ovest (foto 15) fino al punto in cui si è raggiunta la cresta provenendo dal bivacco, ovviamente rimanendo sul lato sud e più in basso della cresta apparente, in realtà una cornice nevosa; si prosegue poi lungo la stessa cresta con un leggero saliscendi (foto 16), arrivando in breve alla base delle rocce che costituiscono la vetta della Quota 4106 (foto 17). Anche qui le condizioni possono variare in funzione dell'innevamento. Su roccia, lasciata la cresta nevosa, ci si mantiene sul versante sud su una facile cengia di alcune decine di metri (foto 18) fino a raggiungere uno stretto canalino (foto 19) che sale ripido (anche qui 40-45°) verso la cima; lo si risale facendo attenzione al fondo, probabilmente ghiacciato o innevato, ma potendo contare su ottimi appigli sia a destra che a sinistra, fino all'uscita superiore. Da qui ci si sposta di qualche metro a sinistra (foto 20) e si risalgono le facili rocce sommitali (difficoltà inferiore al II) fino alla cima. Il panorama è simile a quello dalla Roccia Nera ma qui si può contare su qualche metro di quota in più (prendendo a riferimento il Polluce, siamo questa volta 15 metri più in alto). La vetta, anch'essa rocciosa, del Breithorn Orientale, è a breve distanza, e tra questa e il Breithorn Centrale spunta la sagoma aguzza del Cervino. |
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Tratto 4: Quota 4106 - Rifugio Guide di Ayas
Tipo di percorso: roccia/misto - ghiacciaio. |
La discesa e il ritorno avvengono per la stessa via utilizzata per salire. Si scende dalla cima della Quota 4106 disarrampicando senza difficoltà fino al canalino sud; qui con più attenzione - e preferibilmente utilizzando il casco, soprattutto se in alto c'è qualcuno che potrebbe smuovere sassi e ghiaccio - si continua la discesa (foto 22) contando sui frequenti appigli sui due lati, nonchè sul fondo che però può essere più infido. Il compagno di cordata in alto può eventualmente fare sicura. Raggiunga la cengia sottostane la si segue verso est, tornando sulla cresta senza dimenticare le cornici a nord. La si ripercorre verso est, ancora con saliscendi, senza raggiungere nuovamente la vetta della Roccia Nera; si individua la traccia utilizzata per salire senza farsi scoraggiare dal fatto che questa sembra scomparire nel vuoto dopo il primo, vicino cambio di pendenza (foto 23). Si inizia con attenzione la discesa sul ripido pendio, eventualmente - ma non necessariamente - faccia a monte per massima pendenza, o anche faccia a valle a tornanti, con un occhio di riguardo ad eventuali aree ghiacciate e piccozza pronta per una malaugurata ma necessariamente tempestiva (soprattutto nel tratto superiore che sovrasta una parete rocciosa) operazione di autoarresto. Persi i primi 200 metri di quota circa la pendenza va riducendosi, e ci si avvicina così nuovamente allo sperone che ospita il Bivacco Rossi e Volante. Il terrazzino superiore può offrire l'occasione per una piccola sosta. Per scendere dallo sperone in questione lo si può aggirare su ghiacciaio sul lato ovest, come descritto in salita, oppure, passando dal bivacco, rimanere su roccia, utilizzando il tratto attrezzato con cavo metallico. Scegliendo l'aggiramento, si piega verso ovest, rimanendo al di sopra della seraccata. Il calore del sole comincia a rendere più pericolosi e cedevoli i ponti di neve sui crepacci, ed è richiesta pertanto particolare attenzione e prontezza dei compagni di cordata a fronteggiare un'eventuale sfondamento. Si scende sul pendio a ovest dei seracchi e si riguadagna il pianoro inferiore, dove scorre la traccia Plateau Rosa - Castore, già seguita all'andata (foto 24). La si segue verso est, superando e lasciandosi così alle spalle la seraccata e lo spigolo del bivacco, risalendo poi per alcune decine di metri fino ad incontrare le tracce che provengono dal Polluce; qui si piega verso destra (foto 25), tagliando - nuovamente in discesa - il pendio che porta ad incontrare la traccia per il Castore e il Colle di Verra. Si curva allora a ovest, proseguendo la discesa sul ghiacciaio in direzione del rifugio. Con sole e innevamento scarso il pericolo dei crepacci non è assolutamente da sottovalutare. La distanza da percorrere fino al rifugio si va riducendo, finchè il Guide di Ayas non appare da dietro la guglia rocciosa che lo sovrasta (foto 26); ci si mantiene dunque sulla traccia fino a raggiungerlo, concludendo così l'itinerario. |
Il percorso dell'escursione.
Cliccare sull'immagine a sinistra per scaricare i tracciati in formato .GPX, per GPS Trackmaker e Google Earth (privi di mappe ma completi dei necessari waypoints).
NOTA: il tracciato che fornisco è relativo ai MIEI movimenti nel giorno in cui ho percorso il sentiero, e può contenere imprecisioni dovute a miei spostamenti non inerenti il tragitto e ad errori dello strumento. Utilizzatelo come riferimento, eventualmente come traccia approssimata e per il calcolo delle distanze dai waypoint, e NON seguitelo se si dirige in posti assurdi, soprattutto su ghiacciaio.