AVVISO AI VISITATORI
A seguito del proposito di un nuovo collegamento funiviario tra Frachey e il Colle Superiore delle Cime Bianche nell'area protetta del Vallone delle Cime Bianche (Ambienti glaciali del gruppo del Monte Rosa, SIC/ZPS IT1204220), nonostante il sito rappresenti un impegno ormai ventennale portato sempre avanti con continuità, passione e dedizione, il webmaster non ritiene più opportuno indirizzare migliaia di escursionisti in una valle che non ha imparato ad amare, rispettare e proteggere se stessa, a meno che non intervengano elementi che scongiurino l'ennesimo attacco al suo ambiente.AyasTrekking.it fa parte del gruppo di lavoro "Ripartire dalle Cime Bianche" che ha come scopo lo sviluppo in Ayas di un nuovo modello di turismo sostenibile e attento alle nuove necessità e richieste del mercato nazionale e internazionale.
Il webmaster
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10 luglio 2006. Ore 5.35.
Sveglia. Gli schiamazzi per strada sono finiti intorno alle 3 e mezza, quindi il calcolo delle ore di sonno è piuttosto immediato. Troppo poche, ma non fa niente, pronti a partire.
Pochi minuti dopo le 6 arriva Massi, carico zaino e scarponi e partiamo. I festeggiamenti della sera prima hanno ridotto la città ad un vero porcile; ho visto personalmente camion contromano in zona a traffico limitato con il cassone carico di gente, motorini con tre occupanti senza casco e mille altri insulti alla sicurezza - complice la mancanza quasi totale di controlli, e poi ci si stupisce se la gente si fa male - e alla civiltà, con bottiglie abbandonate ovunque; le operazioni di pulizia dei viali sono ancora in corso quando ci apprestiamo a uscire dalla città in direzione dell'autostrada.
La giornata è spettacolare. Cielo perfettamente sereno a 360°, nessuna nuvola in vista, solo un velo di nebbiolina rasoterra sui campi, ma è normale con l'umidità che il nostro clima ci regala, e se ne andrà con i primi raggi di sole che scalderanno il terreno.
Marco ci aspetta tra le 8 e le 8.15; ci rendiamo conto velocemente che abbiamo sbagliato lievemente i calcoli, partendo un po' prima del necessario. Infatti intorno alle 7.45 siamo a Champoluc, davanti al supermercato per comprare il pane per la giornata.
Il cammino che ci aspetta è lungo, non perdiamo tempo. Prima tappa Frantze, poi puntiamo direttamente su Cuneaz tagliando fuori il Crest. Abbiamo infatti deciso di seguire il fondovalle e poi salire verso il pianoro dei laghi Pinter lungo il ripido canalone in fondo al vallone di Cuneaz, come descritto nell'escursione 3b. Ci concediamo una breve sosta ai laghi, dove possiamo ammirare lo spettacolo del Cervino riflesso in uno dei tre specchi d'acqua (foto 1).
Dai laghi al Colle Pinter il passo è breve; altra brevissima sosta e ripartiamo verso la cima, sono circa le 11.20. Ci aspettano ancora solo 537 metri di dislivello.
Il terreno è principalmente composto da pietre piuttosto instabili, ma non è la prima volta che lo affrontiamo; non è un problema.
Intorno a mezzogiorno siamo finalmente sulla cresta. Abbiamo deciso di puntare direttamente verso la cima, e fermarci poi al bivacco durante la discesa.
Dalla partenza abbiamo incontrato solo una famiglia, genitori e due figlie, proveniente da Ostafa e diretta alla cima. La madre si è fermata al colle, il resto del gruppetto è davanti a noi e procede abbastanza spedito; li raggiungiamo all'inizio del tratto più impegnativo (foto 2), dove si incontra la catena fissa ed è necessaria una piccola arrampicata per procedere.
Poco prima di questo punto Massi, sullo stretto sentiero su terreno friabile, si sente piuttosto insicuro, ma procederà ugualmente, ed essendo ormai abituato ad arrampicare (anche su artificiale) non avrà particolari problemi a superare il passaggio.
Ci portiamo sul versante di Gressoney, pronti ad affrontare l'ultimo tratto.
La parte più esposta, incastrata tra il versante est e il vuoto (foto 3), mi era sembrata più impressionante, forse per via delle nuvole e della visibilità azzerata; oggettivamente lo spazio per passare c'è, e con un po' di attenzione non si corrono particolari rischi.
Subito dopo si sale sulle ultime rocce, eventualmente con l'aiuto di un cavo d'acciaio fisso, e si raggiunge finalmente la vetta. Siamo a 3314 metri
Non posso non notare il panorama davvero incredibile di cui si può godere da questa cima; la volta precedente potevo solo immaginare tutto ciò; l'unico difetto è rappresentato da alcune nuvole piazzate sulle valli di Ayas e Gressoney, tra noi e il Monte Rosa, che ci copre la visuale dal Castore alla Vincent; i Lyskamm, la Dufour e la Gnifetti spuntano comunque.
Per il resto, l'occhio può spingersi fino a tutte le cime più alte della regione, e sulla valle centrale fino ad Aosta; svettano il Bianco, il Gran Paradiso, la Grivola...
Lo spartiacque tra Ayas e la Valtournenche è tutto sgombro, dallo Zerbion alle Cime Bianche; possiamo ammirare dall'alto o da altezza simile cime come la Falconetta, il Bec Trecare, i Tournalin, il Roisettaz. E oltre, ovviamente, il Cervino e la Dent d'Herens. L'elenco delle cime sarebbe infinito, citerei ancora il Corno Bussola e il Corno Vitello, che figurano nel programma per quest'estate [il Vitello verrà raggiunto dopo meno di un mese, NdA].
Siamo quasi all'altezza del Quintino Sella, e lo vediamo lì, adagiato alla base del ghiacciaio del Felik, che ci aspetta; anche il Mezzalama e il Guide d'Ayas sono riconoscibilissimi, insieme a mille laghi, tra cui i Pinter, il Perrin, il Gabiet, il piccolo Lago delle Rane. E pensare che a fine agosto 2005 da qui riuscivo a malapena a vedere l'inizio del sentiero per scendere...
Purtroppo una nuvoletta staziona anche sopra di noi; sicuramente non porterà pioggia, ma non permette al sole di scaldarci. Comincia a fare un po' freddino, anche se il vento è scarso; ci copriamo e ci concediamo, dopo il tradizionale rintocco della campana sulla cima, un meritato pranzo.
Prima di ripartire viene il momento della foto di gruppo in vetta (foto 4), per la precisione alle 13.07, e verso le 13.30 ci incamminiamo, con un arrivederci al nostro Testa Grigia.
Non siamo comunque diretti verso valle; ci manca ancora la visita al vicinissimo bivacco Ulrich Lateltin (foto 5), posto sul m. Pinter, che funge da spalla sud del Testa Grigia.
Lungo la cresta incontriamo un gruppetto di ragazzi di Alessandria provenienti dal ripidissimo sentiero che sale da Gressoney e salta il Colle Pinter, e raggiungiamo con loro il bivacco intorno alle 14.30 (ce la siamo presa comoda).
Una piccola pausa, una telefonata a casa, e lasciamo una testimonianza del nostro passaggio sul registro del bivacco, ovviamente con gli URL dei nostri rispettivi siti (foto 6).
Nel frattempo la cima del Testa Grigia non è più così invitante: la base della nube che la sovrastava si è abbassata al di sotto della quota della vetta, che ora si trova completamente nascosta, un po' come l'anno scorso (con la differenza che allora il Testa Grigia era in nube fin dal colle Pinter...).
Va beh, ricominciamo la discesa, e il Colle Pinter si avvicina velocemente mentre percorriamo il friabile sentiero che ci riporterà giù. Massi comincia a sentire un po' di male alle ginocchia; decidiamo pertanto di evitare la lunghissima discesa a piedi fino a Champoluc e dirottarci verso Ostafa via sentiero 12, dove prenderemo la nuova cabinovia per il Crest.
Raggiungiamo Ostafa poco dopo le 17. Non avevo ancora visto il nuovo impianto che sostituisce la doppia seggiovia precedente, ma la cosa che mi stordisce maggiormente sono gli 11 Euro che ci chiedono per la sola discesa. A testa, naturalmente. Il lato positivo è che anche le mie ginocchia arrivano in fondo perfettamente sane, a differenza della volta precedente quando avevo avuto davvero di che vedere le stelle.
Nel giro di pochi minuti siamo di nuovo a Champoluc; la gita è finita e non ci resta che salutare Marco, che rimarrà qui, e darci appuntamento alla prossima camminata.
Hanno preso parte alla spedizione sul Testa Grigia del 10/7/2006: