Salita: Estoul/Pra Barmasse m. 1928 - Colle Ranzola - M. Ciosè m. 2647.
Sentiero: 7, poi non numerato.
Tempo di percorrenza: 100 - 120 minuti.
Difficoltà: pendio ripido erboso, roccia fino a I+.
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1. Il cammino inizia in corrispondenza di questo cartello, oltre il quale non si può procedere con mezzi a motore se non autorizzati. A destra la Punta Regina. |
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2. Il bivio per Pra Barmasse Superiore: si procede dritti. |
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3. Ci si porta sul sentiero poco prima dell'alpe Fenêtre. |
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4. Arrivo al colle. |
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5. Inizio della salita lungo il muretto. |
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6. Salita verso il gendarme sulla cresta. |
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7. Un ometto di pietre. |
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8. Ancora un ometto tra gli arbusti lungo la salita verso il primo gendarme. |
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9. Avvicinamento e aggiramento del primo gendarme. |
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10. Risalita verso la cresta dopo il gendarme. |
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11. Aggiramento del risalto successivo. |
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12. Panorama verso valle con le principali cime e il gendarme con la croce. |
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13. Il gendarme con il bastone (invisibile in foto) va risalito. |
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14. Aggiramento della placca e risalita su pietraia verso la cresta sommitale. |
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15. Arrivo sulla cresta sommitale. Al centro la cima del Ciosè. |
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16. La linea di discesa nell'intaglio, vista di fronte. |
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17. Risalita dall'intaglio. |
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18. Nuovamente in cresta, in vista della cima. |
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Il punto di partenza della salita è raggiungibile seguendo la strada che da Brusson sale ad Estoul e prosegue poi in direzione del Colle Ranzola; nei pressi dell'Alpe Pra Barmasse Inferiore la strada è chiusa al traffico non autorizzato (foto 1) ed è necessario proseguire a piedi.
L'avvicinamento inizia dunque su tranquilla strada sterrata (identificata anche con segnavia 7); questa affronta per prima cosa una coppia di tornanti, che è possibile "tagliare" seguendo una traccia di sentiero all'interno delle curve.
Circa 300 metri dopo il tornante a destra si incontra un bivio (foto 2); qui si scarta la diramazione a sinistra - che porta all'Alpe Pra Barmasse Superiore - e si prosegue dritti. Dopo un'altra coppia di tornanti (parzialemente asfaltati) si raggiunge l'Alpe Fenêtre; qui se necessario è possibile fare scorta di acqua.
Subito prima dell'alpeggio, però, una palina (foto 3) indica il sentiero 7 per il Colle Ranzola e altre mete (tra cui la Punta Regina e Weissmatten). Il sentiero (con difficoltà E) passa alle spalle dell'alpe e punta dritto, con pendenza non molto pronunciata, al Colle Ranzola (20-25' dalla partenza) (foto 4).
Al Colle Ranzola sono stati eretti una cappelletta e un muretto a secco; su questo sono state poste una statua della Madonna e una targa metallica a ricordo del passaggio di Tolstoy nel 1857.
Ci si lascia ora alle spalle il colle, risalendo il pendio lungo il muretto in direzione nord-nord-ovest (foto 5) fino alla sua fine, incontrando - a seconda delle condizioni del manto erboso - qualche leggera traccia di sentiero.
Al termine del muretto si prosegue la salita seguendo la traccia o, in mancanza di questa (che è a volte discontinua, e sicuramente più facile da individuare in discesa), puntando leggermente a sinistra dell'evidente gendarme sulla cresta (foto 6), chiamato localmente - ma non si tratta di una denominazione ufficiale - "Punta del Re". Si incontrano alcuni ometti di pietre (foto 7) ad indicare la via, ma più in alto sarà necessario fare attenzione a non seguire la serie di ometti che porta sul versante sud, e rimanere invece nei pressi della cresta.
Il pendio, ricoperto da erba olina, mirtilli e ginepri, si fa piuttosto ripido, mentre la traccia serpeggia tra le rocce affioranti (foto 8) e i sempre più radi alberi in direzione del primo gendarme.
Questo viene aggirato sulla sinistra (foto 9) mantenendosi ad alcune decine di metri di distanza, sempre seguendo gli ometti di pietre, nei pressi della sottostante pietraia.
Superato il gendarme si risale verso destra in direzione della cresta (foto 10), che tuttavia non è strettamente necessario raggiungere essendo possibile mantenersi una decina di metri più a sinistra.
Il gendarme successivo, più piccolo del primo e caratterizzato dagli ultimi alberi e da formazioni rocciose torreggianti sul lato est, può essere comodamente aggirato a sinistra (foto 11) oppure scavalcato (I-II a seconda dei punti scelti).
Si continua la salita con l'aggiramento sul fianco sinistro (o a scelta la risalita, sempre I-II) di altri risalti rocciosi, uno dei quali con una croce metallica in cima (foto 12), fino ad un gendarme più grande, su cui è stato posto un bastone; questo è più difficoltoso da aggirare per via del costone roccioso che scende verso sinistra, ma può essere comodamente risalito (foto 13), passando poi pochi metri a sinistra della "vetta" quando possibile.
Dopo il gendarme si incontra una piccola placca sulla cresta; anche questa può essere evitata (foto 14) stando a sinistra (volendo scavalcarla ci si trova a dover scendere uno scomodo gradino sul lato nord), salendo poi direttamente sulla pietraia successiva fino alla cresta sommitale (foto 15).
Questa viene percorsa in direzione della cima giungendo in breve ad un intaglio, il cui superamento costituisce il passaggio chiave della salita.
Per scendere nell'intaglio si scartano i canalini sulla sinistra e si identifica un passaggio con evidenti appigli e appoggi a destra (foto 16), disarrampicando per 6-7 metri fino a raggiungere il fondo dell'intaglio (I+). È eventualmente possibile, ma non necessario, calarsi in corda doppia o comunque utilizzare una corda per maggior sicurezza.
Giunti sul fondo dell'intaglio si risale facilmente dal lato opposto (foto 17), con passaggi di I scarso, riguadagnando la cresta (foto 18). A questo punto, procedendo su erba e facili roccette, si guadagna la cima del Ciosè (80-100' dal Ranzola).
19. Panorama a nord dalla vetta del Ciosè.
Il panorama dal Ciosè è aperto in tutte le direzioni, con le vette più alte ad una certa distanza; a sud si possono osservare i gruppi del Nery - circondato da Marienhorn, Soleron e Champlong - e delle Dame di Challand, con il Voghel, le Becche di Vlou, Torchè e Mortens.
A nordi si scorgono per prima cosa lo Zerbion, più lontano, e il gruppo Guà - Corno Bussola; segue il Bieteron, a destra del quale, allineato con la frastagliata cresta del Ciosè, spunta il Cervino. Procedendo verso destra si riconoscono il M. Perrin, la Punta Valfredda, il Corno Vitello, il Testa Grigia, e oltre questo la parte orientale del Rosa, a fare da testata alla Valle di Gressoney, oltre la quale si ergono tutte le vette che la dividono dalla Valsesia. |
Discesa: M. Ciosè - Estoul/Pra Barmasse.
Sentiero: non numerato, poi 7.
Tempo di percorrenza: 80 - 110 minuti.
Difficoltà: roccia fino a I+, pendio erboso ripido.
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20. Inizio del ritorno sulla cresta. |
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21. Discesa nell'intaglio. |
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22. Risalita sul lato est dell'intaglio. |
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23. Inizio della discesa verso il Ranzola. Nell'ellisse rossa la placca iniziale, in quella gialla il gendarme con il bastone. |
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24. Aggiramento o superamento della placca e risalita sul gendarme col bastone. |
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25. Risalita sul gendarme. |
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26. Discesa lungo la cresta con aggiramento a destra dei vari risalti fino al gendarme più grande. |
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27. Discesa oltre il gendarme più grande, con il Colle Ranzola sullo sfondo. |
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28. Ritorno al Colle Ranzola. |
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La discesa dal Ciosè può avvenire seguendo lo stesso percorso utilizzato per salire.
Si lascia la cresta in direzione est-sud-est (foto 20), superando alcuni piccoli passaggi su roccette, fino a giungere all'intaglio, nel quale si scende disarrampicando su I scarso (foto 21).
Si risale dunque sull'altro lato dell'intaglio con alcuni metri di facile arrampicata lievemente esposta (foto 22).
Poco dopo ci si affaccia sulla cresta che condurrà al Colle Ranzola (foto 23).
Si lascia la cresta sommitale scendendo sulla pietraia in direzione della placca in cresta sottostante; questa può essere agilmente aggirata sul bordo destro o scavalcata (foto 24).
Subito dopo la placca si procede a risalire sul gendarme con il bastone (foto 25), scendendo poi sul lato opposto.
Da qui si continua la discesa nei pressi della cresta aggirando i vari risalti rocciosi sulla destra (foto 26) - o eventualmente mantenendo il filo di cresta, con passaggi di II, se si preferisce cercare qualche piccola difficoltà aggiuntiva.
L'ultimo e più grande gendarme si aggira sempre sulla destra; la discesa prosegue su ripido pendio (foto 27) con rocce affioranti, mentre intorno alla debole traccia a terra iniziano a trovarsi i primi alberi. In breve si riguadagna il Colle Ranzola dopo aver riincontrato il muretto a secco (foto 28).
Il ritorno a Pra Barmasse Inferiore, e dunque al punto di partenza, avviene lasciando il colle verso destra e seguendo il facile sentiero 7 fino all'Alpe Fenêtre dove si incontra nuovamente la strada sterrata che conduce al punto di partenza. |