AVVISO AI VISITATORI
A seguito del proposito di un nuovo collegamento funiviario tra Frachey e il Colle Superiore delle Cime Bianche nell'area protetta del Vallone delle Cime Bianche (Ambienti glaciali del gruppo del Monte Rosa, SIC/ZPS IT1204220), nonostante il sito rappresenti un impegno ormai ventennale portato sempre avanti con continuità, passione e dedizione, il webmaster non ritiene più opportuno indirizzare migliaia di escursionisti in una valle che non ha imparato ad amare, rispettare e proteggere se stessa, a meno che non intervengano elementi che scongiurino l'ennesimo attacco al suo ambiente.AyasTrekking.it fa parte del gruppo di lavoro "Ripartire dalle Cime Bianche" che ha come scopo lo sviluppo in Ayas di un nuovo modello di turismo sostenibile e attento alle nuove necessità e richieste del mercato nazionale e internazionale.
Il webmaster
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Tratto 1: St.-Jacques m. 1686 - Resy m. 2066.
Tempo di percorrenza: 40 - 60 minuti. |
Come già scritto nel testo introduttivo, la salita da St.-Jacques a Resy si svolge ricalcando il sentiero estivo (9/Alta Via 1). Dalla piazza di St.-Jacques si inizia il cammino superando la chiesa e svoltando subito dopo a destra, in Chemin de Resy (foto 1). In fondo alla strada si trova, sulla destra e abbondantemente segnalato, l'inizio del sentiero (foto 2). Questo inizia subito a salire nel bosco (foto 3), icontrando ben presto la traccia di una strada sterrata (anche con notevole innevamento questa dovrebbe comunque essere riconoscibile). Questa può essere seguita oppure, più velocemente, attraversata rimanendo sulla traccia del sentiero (foto 4), che qui è a tratti compreso tra due staccionate in legno. La strada, costruita per raggiungere il gruppo di baite poco più in alto, qui sale con alcuni tornanti mentre il sentiero la attraversa o sfiora più volte; si raggiunge e supera la fontana dello scoiattolo, trovando una radura in pendenza (foto 5) che ospita le baite di cui sopra. Si lascia la prima sulla sinistra e si risale il pendio con tornantini fino alla seconda (loc. Raccard, foto 6) passando a monte. Trattandosi di un pendio ottimamente esposto al sole, in primavera questa è una delle prime zone a liberarsi dalla neve. La salita continua sfiorando una terza baita e successivamente, con sequenze di tornanti, attraversando nuovamente il bosco fino ad incontrare un bivio segnalato con una palina (foto 7): qui da sinistra giunge il sentiero 8A proveniente da Beaubois. Si prosegue naturalmente verso destra continuando la salita. In pochi minuti, usciti nuovamente dal bosco, si giunge in vista delle costruzioni di Resy (foto 8): risalendo il pendio si passa alle spalle del Rifugio Guide di Frachey (foto 9) e ci si unisce con qualche gradino (che potrebbe in determinate condizioni essere ghiacciato) al pianeggiante sentiero 8B che proviene dal Pian di Verra Inferiore nei pressi del Rifugio Ferraro. Resy può essere considerata già una meta a sé stante, facile da raggiungere in ogni stagione e dotata di rifugi (la cui apertura invernale va però verificata preventivamente). Il panorama spazia su tutta l'alta valle, dall'intero Vallone della Forca ai gruppi del Bussola, dei Tournalin e delle Cime Bianche. In basso si riconosce la conca di Champoluc (foto 10). Se si prevede di interrompere qui l'escursione, la discesa è descritta qui di seguito nel tratto 3. |
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Tratto 2: Resy m. 2066 - Palon di Resy m. 2676.
Tempo di percorrenza: 100 - 130 minuti. |
Volendo proseguire la salita fino al Palon di Resy, e valutate con attenzione le condizioni, si riprende il cammino verso est, sulla strada (che potrebbe essere battuta dal gatto delle nevi come una pista) che lascia Resy in direzione del Colle Bettaforca (foto 11). Dopo circa 650 m. di cammino su questa strada si incontra sulla sinistra la deviazione per il Palon di Resy (foto 12), segnalata da un palo di plastica rossa e da alcuni segnavia e frecce gialle dipinti sulle rocce; a seconda delle condizioni dell'innevamento, però, questi potrebbero essere invisibili (qualora anche il palo fosse sepolto, anche il pendio sovrastante sarebbe evidentemente troppo carico per garantire la sicurezza dell'escursione, consigliando caldamente una rinuncia). Si lascia dunque la strada svoltando a sinistra (foto 13), iniziando a prendere quota velocemente nel rado bosco (foto 14); se la traccia del sentiero è visibile o se il percorso è battuto (foto 14) è possibile seguirli nel loro serpeggiare tra gli alberi; in caso contrario si può considerare di procedere grossomodo in direzione nord-ovest fino a circa 200 m. dal bivio sottostante, descrivendo dei tornanti quando necessario, fino a portarsi nei pressi del costone che dalla vetta scende verso Resy poco prima del limite del bosco. Con l'uscita dal bosco si entra naturalmente nell'area che è opportuno considerare, in determinate condizioni, la più pericolosa; oltre a non poter più contare sulla protezione data dalla vegetazione - ad onor del vero già rada - da qui in su il pendio diventa più ripido e con alcuni cambi di pendenza. Raggiunto il costone sud-ovest del Palon il sentiero estivo piega verso destra, risalendo per prima cosa direttamente verso la vetta, e dirigendosi poi a est in pieno versante. A meno che il rischio valanghe non sia estremamente basso e il manto nevoso o discontinuo o evidentemente ben assestato, conviene seguire una traiettoria differente. Piuttosto che spostarsi verso est si possono correre rischi minori rimanendo più a sinistra, non troppo lontano dalla cresta sud-est del Palon ma mai sul suo filo per evitare di scaricare il peso su pericolose quanto invisibili cornici. Il punto chiave della salita invernale si può considerare essere quello rappresentato nella foto 15, dove sono stati descritti diversi percorsi possibili o non possibili a seconda delle condizioni. Il tratto iniziale in rosso è ancora moderatamente sicuro. La traccia blu rappresenta approssimativamente il sentiero estivo, che piega verso est tagliando il pendio in diagonale (al di sopra del risalto roccioso a destra nella foto si trova poi il bivio per i Laghi di Resy); con il versante carico di neve, tuttavia, questa traccia costringe ad attraversare in pieno questo pendio. La variante rossa (corrispondente peraltro ad uno dei percorsi riportati nel tracciato GPS) si mantiene più vicina al costone sud-ovest, sul bordo della zona evidenziata da un punto interrogativo, libera da neve nella foto; il suo superamento a sinistra costringe ad affrontare qualche decina di metri con pendenza decisamente pronunciata. Se la zona di cui sopra fosse sicura si potrebbe considerare un aggiramento subito sotto, risalendola poi sulla destra. La scelta del percorso migliore va necessariamente fatta dopo un esame della situazione effettiva sul posto. Superato questa zona si può poi puntare più direttamente verso la cima (la croce di vetta non è ancora visibile perchè coperta dal pendio) continuando ad evitare il pieno versante sud, rimanendo un po' più in alto della traccia estiva e tracciando se necessario una salita dolcemente convergente con ciò che, più in alto, diventerà la cresta sud-ovest (foto 16) senza però avvicinarsi troppo al filo di cresta, dove quasi sicuramente sono presenti cornici sporgenti verso nord. Mentre si affronta il tratto che da qui porta verso la vetta si può iniziare ad ammirare, ad ovest, lo spettacolo del gruppo Tournalin-Roisettaz innevato (foto 17). Intanto la salita può continuare puntando direttamente alla cima (presto compare la sommità della croce di vetta) o eventualmente con qualche tornante per diluire la pendenza, sempre ad una certa distanza dalla cresta di sinistra ma mai troppo a destra (foto 18). L'ultimo tratto di salita si mantiene moderatamente ripido ma permette di guadagnare direttamente la sommità del Palon di Resy (foto 19), con la sua croce di vetta in traliccio metallico riempito di sassi (il punto più alto è in realtà qualche decina di metri più a est della croce). Dalla vetta, oltre ai già descritti panorami verso sud e verso ovest, ora ancora più ampi, ciò che colpisce e sicuramente la visuale a nord, con un eccezionale colpo d'occhio sulla parte occidentale del massiccio del Rosa, dalla Gobba di Rollin al Castore (foto 20). Sono inoltre riconoscibili i rifugi Mezzalama e Guide di Ayas, il bivacco Rossi e Volante (visibile con un binocolo) e il Lago Blu (sicuramente coperto di neve per tutto l'inverno). |
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Tratto 3: Palon di Resy m. 2676 - Resy m. 2066.
Tempo di percorrenza: 60 - 80 minuti. |
La discesa dal Palon di Resy a Resy può generalmente avvenire lungo lo stesso percorso utilizzato per salire, tenendo tuttavia in seria considerazione le possibili variazioni di consistenza e stabilità del manto nevoso dovute al riscaldamento solare. Si lascia la cima scendendo lungo il costone sud-ovest (foto 21), a qualche metro di distanza dal filo di cresta (dalla cima si sarà già potuto verificare la presenza di cornici) perdendo rapidamente quota fino al punto "critico" esaminato nella foto 15. Questo può essere solitamente superato seguendo le proprie tracce, ricordando che se si è scelta una via particolarmente ripida (come la traccia rossa della foto 15) può essere una buona idea togliere momentaneamente le racchette e scendere puntando i talloni (attenzione perchè se da un lato ci si assicura una miglior tenuta dall'altro va di pari passo aumentando anche il carico sulla neve). Oltrepassata quest'area (foto 22) la pendenza va riducendosi e si può procedere con meno difficoltà verso il bosco sottostante (foto 23), ovviamente ricordando di avere un versante innevato a monte e quindi evitando di tagliare in diagonale i cambi di pendenza. Senza più difficoltà si continua così la discesa fino a riunirsi alla strada sottostante in corrispondenza del sopra citato palo rosso (foto 24), raggiungendo così in pochi minuti di cammino Resy (foto 25). |
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Tratto 4: Resy m. 2066 - St.-Jacques m. 1686.
Tempo di percorrenza: 30 - 50 minuti.
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Il ritorno a valle da Resy - si svolge essenzialmente sul sentiero estivo (salvo divagazioni verso Pian di Verra Inferiore o Beaubois/Fiery, qui non descritte) e ripercorrendo in senso inverso il tratto 1 di questo itinerario. Si lascia il piano del Rifugio Ferraro dove indicato dalla palina, una decina di metri più a ovest del rifugio stesso, e si scende sul prato sottostante (foto 26) con qualche gradino (attenzione in caso di neve e/o ghiaccio). Lasciata alle spalle la radura di Resy e rientrati nel bosco si incontra subito il bivio per Beaubois (foto 27): qui si svolta a sinistra. La discesa continua fino alla baite di Raccard, al di sotto delle quali si incrocia la strada che le raggiunge. Proseguendo sul sentiero, e senza ulteriori diramazioni, si giunge infine a St.-Jacques (foto 28) concludendo l'escursione. |
NOTA: il tracciato che fornisco è relativo ai MIEI movimenti nel giorno in cui ho percorso il sentiero, e può contenere imprecisioni dovute a miei spostamenti non inerenti il tragitto e ad errori dello strumento. Utilizzatelo come riferimento, eventualmente come traccia approssimata e per il calcolo delle distanze dai waypoint, e NON seguitelo se si dirige in posti assurdi - è fondamentale ricordare come, in ambiente innevato, la traccia migliore possa variare in funzione delle condizioni del manto nevoso.
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