Tratto 1: Posio m. 1390 - M. Arzola m. 2158
Sentiero: 561/GTA.
Tempo di percorrenza: 1h40' - 2h30'.
Difficoltà: nessuna.
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1. La partenza da Posio. |
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2. Attraversamento di Posio, lavatoio, fontanella e indicazioni. |
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3. Uscita da Posio. |
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4. Salita ripida nel bosco su mulattiera. |
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5. All'uscita dal bosco si riconosce il Bivacco Blessent. |
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6. Incisioni rupestri a spirale. |
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7. Vista verso il M. Arzola. |
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8. Guado del Rio Arzola. |
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9. Attraversamento dell'Alpe Arzola. |
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10. Salita sul pendio a monte dell'Alpe Arzola. |
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11. Il traverso in direzione del Pian Chermisù. |
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12. Il pendio del M. Arzola dal Pian Chermisù. |
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13. Risalita del M. Arzola con segni di vernice e ometti. |
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14. La cima del M. Arzola con vista sulle Levanne. |
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La partenza dell'itinerario è a Posio, frazione di Ribordone, a quota 1390. Lungo la strada si trovano alcuni parcheggi. All'ingresso del paese (foto 1) si incontrano subito alcune indicazioni sentieristiche che riportano il M. Arzola a 2h15' cammino sul sentiero 561.
Attraversando Posio si incontra uno slargo (foto 2) con un lavatoio, una comoda fontanella e nuove indicazioni (Alpe Arzola 1h, Pian Chermisù a 1h50, Sella d'Oreggi a 2h30', Lago d'Eugio 2h40'). Seguendo queste indicazioni e alcuni segni bianchi e rossi si esce dal paese verso monte (foto 3), su una mulattiera che sale piuttosto ripida nel bosco (foto 4) effettuando anche un paio di tornanti.
Quando il bosco si dirada appare sulla cresta di fronte il Bivacco Blessent con la statua del Cristo Redentore (foto 5), meta secondaria di questo itinerario.
Si supera una piccola parete a destra; in questa zona su una roccia sul fianco a valle del sentiero sono state trovate incisioni rupestri a forma di spirale (foto 6).
La salita procede tra rade betulle, poi risale il pendio con tornanti e con un traverso che immette in una valletta (foto 7); qui appaiono già, oltre al Bivacco Blessent, anche il M. Arzola e l'omonimo alpeggio. Il traverso ha termine in fondo alla valletta, dove si attraversa il Rio Arzola con un guado che porta sulla destra orografica (foto 8) dove, poco dopo, si incontra l'Alpe Arzola (foto 9).
L'alpeggio viene superato passando a monte della costruzione più lunga; dopo l'alpeggio il sentiero apparentemente prosegue con un traverso ma questo non va seguito. Immediatamente dopo l'ultima costruzione dell'alpeggio, infatti, si svolta a sinistra ricominciando subito a salire (ancora segni bianchi e rossi e segnavia GTA) prima sul fianco della valletta (foto 10) e poi più in centro. Un traverso (foto 11), infine, conduce a un colletto denominato Pian Chermisù, a quota 1973.
Nota: volendo raggiungere il Bivacco Blessent, qui si svolta a sinistra. Il bivacco è a pochi minuti di cammino, nascosto da una gobba erbosa.
Al colletto sono presenti alcune indicazioni; tra queste sono riportati il Lago d'Eugio a 1h15' e la Sella d'Oreggi a 40'.
Per salire al M. Arzola si risale dunque il pendio a nord-ovest del Pian Chermisù (foto 12), guadagnando quota con zig-zag identificati con segni di vernice rossa e bianca e ometti di pietre (foto 13). Il terreno è per lo più erboso, con rocce affioranti.
ll sentiero vero e proprio non tocca la cima ma descrive un traverso sul fianco sinistro pochi metri più in basso; per raggiungere la vetta è sufficiente lasciarlo e salire di pochi metri, portandosi così all'ometto sommitale (foto 14), a quota 2158.
L'escursione può terminare qui, nel qual caso la via di discesa è descritta nel tratto 4. In caso contrario si può proseguire fino al Lago d'Eugio come sotto descritto.
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Tratto 2: M. Arzola m. 2158 - Lago d'Eugio m. 1860
Sentiero: 561/GTA.
Tempo di percorrenza: 1h10' - 1h30'.
Difficoltà: nessuna.
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15. Ripartenza dal M. Arzola verso NO. |
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16. Salita sul poggio erboso che precede il Colletto di Oreggi. |
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17. Il Colletto di Oreggi e il Lago d'Eugio sullo sfondo. |
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18. Discesa con ometti dopo il Colletto di Oreggi. |
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19. Il traverso dopo il poggio e l'Alpe Giassetto. |
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20. Avvicinamento al lago. |
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21. Discesa verso il pianoro alla base della diga. |
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22. Attraversamento del pianoro in direzione della diga. |
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23. La scalinata che porta al livello del lago. |
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24. Il Lago d'Eugio con lo sfioratore. |
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Per continuare la camminata fino al Lago d'Eugio si lascia la cima dell'Arzola in direzione nord-ovest (foto 15), riunendosi poco dopo al sentiero che sfiora la vetta a sinistra.
La traccia è inizialmente abbastanza evidente, con segnavia GTA, e corre per lo più sulla cresta o leggermente a sinistra. Più avanti diventa intermittente, ma rimangono i segni bianchi e rossi.
Si supera una piccola gobba erbosa (foto 16), che rappresenta anche il punto più elevato di questa escursione (m. 2185 circa), e si scende poi verso il Colletto di Oreggi (foto 17); da qui è già visibile sullo sfondo il Lago d'Eugio.
In corrispondenza del valico si effettua una decisa svolta a sinistra, andando ad imboccare un sentiero - riconoscibile grazie agli ometti (foto 18) - che scende subito sul pendio ovest. Poco dopo con un tornante a destra si riprende a puntare verso la conca del lago. La discesa è piuttosto ripida.
Nei pressi di una serie di ruderi (in basso a sinistra) il sentiero sembra interrompersi; in realtà bisogna effettuare due tornantini senza traccia a terra, cercando i segni bianchi e rossi, che conducono al poggio sottostante.
Da qui si procede con un lungo traverso in direzione della conca del lago, con traccia evidente e alcuni possibili guadi. A seconda della stagione e delle precipitazioni i rivoli potrebbero essere consistenti o asciutti; a fine primavera e inizio estate si potrebbero trovare anche residui di valanghe dell'inverno). L'altimetria comprende qualche saliscendi ma è complessivamente in discesa. Si sfiorano i resti dell'Alpe Giassetto (foto 19) e si prosegue il traverso in discesa avvicinandosi al lago (foto 20).
Prima di arrivare alla diga il sentiero sende zigzagando verso il pianoro a valle del lago (foto 21). Raggiunto il livello della base della diga si attraversa il pianoro seguendo gli ometti e i segnavia oppure con percorso libero, dirigendosi verso il lato sinistro della diga (foto 22) dove è evidente una scala (foto 23) che raggiunge le costruzioni soprastanti.
Si ricorda che l'accesso al piano della diga non è permesso; si può però procedere poi verso sinistra, passare sullo sfioratore (foto 24) ed eventualmente raggiungere la riva ovest.
Al di là del Lago d'Eugio si apre una vallata pressochè incontaminata, lontana dai flussi turistici e preservata dall'esistenza del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Vi si trovano alcuni alpeggi, altri laghi (Losere, Nero, Boccuto e Gelato) e un coronamento di vette tra cui la Punta Gialin che raggiunge i 3270 metri.
25. Panoramica sul Lago d'Eugio.
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Tratto 3: Lago d'Eugio m. 1860 - M. Arzola m. 2158
Sentiero: 561/GTA.
Tempo di percorrenza: 1h10' - 1h40'.
Difficoltà: nessuna.
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26. Discesa lungo la scala a fianco della diga. |
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27. Attraversamento del pianoro seguendo i segni bianchi e rossi. |
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28. Salita verso il traverso, con un segnavia GTA. |
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29. Ritorno in salita verso il M. Arzola. |
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30. Il poggio; in secondo piano si riconosce il Colletto di Oreggi. |
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31. Arrivo al Colletto di Oreggi. |
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32. Risalita sul dosso a sud del Colletto di Oreggi. |
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33. La cresta che dal dosso conduce al M. Arzola. |
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Il ritorno qui descritto avviene lungo la stessa via dell'andata.
Si lascia dunque il Lago d'Eugio scendendo lungo la scalinata fino alla base della diga (foto 26); si attraversa poi il pianoro seguendo se possibile la sequenza di segni di vernice bianca e rossa (foto 27) portandosi sul fianco sinistro, dove si individua la traccia che sale (foto 28) verso il soprastante traverso.
Questo viene poi semplicemente seguito nella sua salita (foto 29) che si allontana dalla conca del Lago d'Eugio, supera l'Alpe Giassetto e torna sul poggio dove si trovano alcuni ruderi (foto 30). Qui con un paio di tornanti si guadagna quota per poi continuare il traverso in direzione del Colletto di Oreggi.
Il colletto viene per prima cosa superato mantenendosi più in basso, e poi raggiunto dopo un tornante secco a sinistra (foto 31).
Una volta sul valico si continua ancora a salire per alcune decine di metri sul dosso a sud (foto 32), raggiunta la sommità del quale ci si ritrova sulla cresta erbosa che conduce direttamente al M. Arzola (foto 33). Sulla cresta si snoda il sentiero già percorso all'andata, con tratti parzialmente visibili e altri ben più evidenti. Con alcuni saliscendi si riguadagna così la vetta dell'Arzola, o in alternativa ci si può mantenere sul sentiero che la sfiora rimanendo poco più in basso sul fianco destro. |
Tratto 4: M. Arzola m. 2158 - Posio m. 1390
Sentiero: 561/GTA.
Tempo di percorrenza: 1h10' - 1h40'.
Difficoltà: nessuna.
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34. Discesa verso Pian Chermisù. |
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35. Il traverso che lascia Pian Chermisù in direzione NNE. |
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36. Ritorno all'Alpe Arzola. |
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37. Discesa dall'Alpe Arzola verso il sottostante guado. |
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38. Ritorno attraverso il bosco. |
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39. Arrivo a Posio. |
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La discesa dal M. Arzola inizia con l'intercettazione del sentiero che dai pressi della vetta percorre il versante sud-est (foto 34) fino a raggiungere il colletto a Pian Chermisù.
Una volta raggiunto Pian Chermisù - dove è presente una serie di cartelli - si può eventualmente raggiungere il Bivacco Blessent procedendo dritti per alcuni minuti; per tornare verso Posio invece si svolta decisamente a sinistra e si prosegue sul sentiero 561 che effettua dapprima un traverso in direzione nord-nord-est (foto 35) portandosi nel centro della testata della valletta per poi piegare a destra e raggiungere con alcuni larghi tornanti l'Alpe Arzola (foto 36).
Si passa tra gli edifici dell'alpeggio per poi scendere ancora a sinistra su evidente traccia (foto 37); si supera nuovamente il guado sul Rio Arzola e si esce dalla valletta, rientrando nella zona boschiva (foto 38); il sentiero diventa mulattiera e, perdendo quota con buona pendenza e alcuni tornanti, raggiunge Posio (foto 39).
Una volta nello slargo dove si trova il lavatoio si prosegue tra le case in orizzontale tornando al punto di partenza. |