AVVISO AI VISITATORI
A seguito del proposito di un nuovo collegamento funiviario tra Frachey e il Colle Superiore delle Cime Bianche nell'area protetta del Vallone delle Cime Bianche (Ambienti glaciali del gruppo del Monte Rosa, SIC/ZPS IT1204220), nonostante il sito rappresenti un impegno ormai ventennale portato sempre avanti con continuità, passione e dedizione, il webmaster non ritiene più opportuno indirizzare migliaia di escursionisti in una valle che non ha imparato ad amare, rispettare e proteggere se stessa, a meno che non intervengano elementi che scongiurino l'ennesimo attacco al suo ambiente.AyasTrekking.it fa parte del gruppo di lavoro "Ripartire dalle Cime Bianche" che ha come scopo lo sviluppo in Ayas di un nuovo modello di turismo sostenibile e attento alle nuove necessità e richieste del mercato nazionale e internazionale.
Il webmaster
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Salita: M. Bettaforca - Quota 2963.
Sentiero: non segnato. |
La vetta del M. Bettaforca può essere facilmente abbandonata seguendo il largo canale detritico che scende dall'intaglio pressi dell'estremità est della cresta sommitale (riconoscibile grazie ad un grosso ometto di pietre), come descritto nell'itinerario 38. Il pendio è relativamente agevole, con tracce evidenti di sentiero (foto 1), ma richiede comunque un minimo di attenzione. Anzichè seguire il sentiero verso valle, si piega verso sud-est (a sinistra) in direzione della depressione posta tra il M. Bettaforca e la cresta nord della Quota 2963 (foto 2); il terreno è composto da detriti di media dimensione non sempre perfettamente stabili. Giunti al colletto si risale agevolmente il primo piccolo risalto, ottenendo una migliore visuale sulla cresta successiva, che inizia a presentarsi meno inaccessibile (foto 3) e chiaramente formata da grandi blocchi di roccia, con un ripido pendio detritico sul versante ayassino e un declivio leggermente meno impervio (ma comunque sui 40°-45°) e coperto in parte da erba su quello gressonaro. Non esiste una via obbligata di salita, e ognuno può disegnare il proprio percorso come lo preferisce in base alle proprie capacità; rimanendo più sul filo di cresta ci sono più passaggi su roccia, a volte anche esposti, ma spostandosi sulla sinistra gran parte delle difficoltà possono essere aggirate (foto 4). La salita, se si hanno le necessarie capacità, non richiede troppo tempo e ben presto si è in vista della vetta (foto 5). Questa si presenta, com'era prevedibile, composta da grossi blocchi di buona roccia, solcata nella sua estremità nord da due profondi intagli che richiedono un minimo di attenzione (foto 6). Come di consueto, anche qui è presente un grosso ometto di pietre. La cresta digrada poi più larga e più dolcemente verso sud (foto 7), fino all'estremità opposta dove precipita verso il colletto sottostante. La discesa può essere effettuata lungo la stessa via di salita (riguadagnando il colletto a nord e poi riunendosi all'itinerario di salita tagliando su pietraia), o in alternativa si può optare per la traversata e l'aggiramento, descritti sotto e leggermente più impegnativi a causa del terreno infido che compone il canale dove è necessario perdere quota. |
Salita: M. Bettaforca - Quota 2963.
Sentiero: non segnato. |
La discesa diretta sulla cresta sud comporta difficoltà nettamente alpinistiche e attrezzatura supplementare; è possibile però individuare un'altra via di discesa. Esaminando il versante est infatti, a poca distanza dall'estremità sud della sommità si trova un canale di terra, erba e detriti che scende ripido per alcune decine di metri (foto 8). Al termine del canale si piega verso sud, in direzione del colletto, per individuare una via su terreno erboso e rocce che consenta di aggirare le sovrastanti rocce (foto 9); giunti su una piccola cengia rocciosa la si percorre verso destra (foto 10) per portarsi ormai sul lato sud della montagna. Qui si prosegue ancora verso il colletto, aggirando a sinistra un gendarme roccioso (foto 11) che precede il valico che consente di tornare in Val d'Ayas (foto 12). Superato il colle si inizia la ripida discesa su pietraia puntando idealmente verso la Quota 2828 o leggermente alla sua sinistra (foto 13). Non esiste naturalmente alcun sentiero nè segno di passaggio. Facendo comunque attenzione alla presenza di ometti di pietre, si individua più in basso il sentiero utilizzato per salire verso il M. Bettaforca; una volta trovate le tracce (un GPS semplifica di gran lunga la ricerca, ma non è indispensabile), le si segue verso valle come descritto nella discesa dell'itinerario 38, concludendo la variante. |
Cliccare sull'immagine per scaricare i tracciati per GPS Trackmaker, Google Earth e in formato .GPX (completi dei necessari waypoints).
NOTA: il tracciato che fornisco è relativo ai MIEI movimenti nel giorno in cui ho percorso il sentiero, e può contenere imprecisioni dovute a miei spostamenti non inerenti il tragitto e ad errori dello strumento. Utilizzatelo come riferimento, eventualmente come traccia approssimata e per il calcolo delle distanze dai waypoint, e NON seguitelo se si dirige in posti assurdi.
1. Sara e Marco | 02/08/2012, 00.01.54 | |
Utente non registrato Valutazione: |
Escursione praticamente casuale in quanto abbiamo sbagliato sentiero, un po' ingenuamente, dal Palon. Fatica decisamente evitabile grazie alla presenza sia della funicolare che porta vicini a Resy che alla seconda con arrivo al colle (ma sicuramente si perde un po' di magia della montagna). Panorama non ottimale a causa di alcune nubi, ma per avere un'ottima visuale basta salire un po'..il lago vicino all'arrivo della seggiovia offre un punto di sosta prima di imboccare il sentiero che si congiunge con il rifugio Quintino Sella. |