Salita: Rifugio Savoia m. 2534 - Punta Basei m. 3338 /
Sentiero: 536.
Tempo di percorrenza: 2h - 2h30'.
Difficoltà: Alcuni passaggi attrezzati con cavo d'acciaio e gradini. Possibili nevai..
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1. Partenza del sentiero dal Rifugio Savoia. |
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2. A sinistra dell'Alpe Riva si incontra un bivio e si procede dritti. |
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3. Confluenza da sinistra del sentiero proveniente dal Rifugio Città di Chivasso. |
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4. Lungo il Rio Rosset. |
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5. Il guado sul Rio Rosset. |
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6. A fianco di un laghetto. |
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7. A questo bivio si procede a sinistra. |
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8. Saliscendi tra i laghi. |
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9. Traverso in salita con ometti di pietre. |
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10. Salita con i Laghi Leità e Rosset sullo sfondo. La rampa in basso a destra è quella della foto precedente. |
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11. Il primo tratto attrezzato con cavo e gradini. |
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12. Un tratto su prato. |
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13. Inizio del lungo traverso con qualche saliscendi. |
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14. Il traverso sale dolcemente su sfasciumi o pietraia. |
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15. Salita con alcuni gradini sul fianco di una paretina. |
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16. Attraversamento di un nevaio. |
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17. Ultimo tratto ripido prima della cresta. |
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18. Rampa finale prima dell'arrivo in cresta. |
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19. Prima parte di salita in cresta. |
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20. Il Ghiacciaio Basei. |
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21. Spostamento sul fianco destro della cresta. |
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22. Salita ripida con tornantini su terreno friabile e rocce. |
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23. Breve traverso attrezzato sul fianco est. |
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24. La finestra nella roccia sulla Valle di Rhêmes. |
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25. Il tratto attrezzato finale. |
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26. Arrivo in vetta alla Basei. |
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La partenza dell'itinerario qui descritto è dal parcheggio di fronte al Rifugio Savoia, a quota 2534.
Proprio dietro il rifugio inizia un ampio sentiero (foto 1) che sale con un tornante fino al pianoro superiore, che ospita l'Alpe Riva.
Prima di toccare l'alpeggio si incontra un bivio identificato da alcuni bolli gialli dipinti su una roccia a terra. Si tralascia il ramo destro che tocca le costruzioni e si dirige verso i Colli Leynir e Rosset proseguendo dritti, in direzione della Punta Basei già ben visibile e riconoscibile di fronte (foto 2).
Subito dopo si riceve da sinistra (foto 3) il sentiero proveniente dal Rifugio Città di Chivasso (qualora si fosse scelto di partire da lì, i due cammini saranno coincidenti da qui in poi).
Si costeggia poi, qualche metro più in alto, la sinistra orografica del Rio Rosset (foto 4), emissario dell'omonimo lago. Il torrente viene poi guadato poco sotto una piccola cascata già precedentemente visibile (foto 5).
Dopo il guado il torrente guadagna quota; si costeggia un piccolo lago lasciandolo a destra (foto 6) per poi scendere leggermente sul fianco dello stesso lago e incontrare un bivio (foto 7) segnalato da un'evidente palina in legno. La diramazione verso destra porta al Lago e al Col Rosset, per la Basei (e per il Colle di Nivoletta, indicati rispettivamente a 2h30' e 2h) si procede invece a sinistra. Il sentiero è qui indicato col n. 536.
Si scende poi di alcune decine di metri tra due laghetti (foto 8), per poi salire nuovamente ed effettuare un traverso segnalato da segni gialli e bianchi e ometti di pietre (foto 9). Al termine di questo traverso si effettua un tornante a sinistra, evitando quindi il sentiero che si stacca in corrispondenza del tornante stesso e scende verso i laghi (visibile nella foto 10).
Il sentiero sale poi con tornantini (foto 10); alle spalle si apre il bellissimo panorama sui laghi Leità e Rosset, con il gruppo del Gran Paradiso sullo sfondo.
Si raggiunge così velocemente il primo tratto attrezzato; si tratta di una serie di gradini metallici e di un cavo di acciaio che permettono di superare un ripido passaggio su terreno friabile e placche rocciose (foto 11).
Al di sopra di questo punto si ritrova brevemente un comodo sentiero su prato (foto 12) dopo il quale inizia un lungo traverso su sfasciumi.
Questo inizia con qualche piccolo saliscendi (foto 13) per poi salire gradualmente, mai ripido, generalmente su pietraia fine con punti su massi più grandi (foto 14).
Superati i 3000 m. ci si trova alla base di una paretina, sul cui fianco si risale con alcuni gradini di pietra (foto 15); si incontrano molti ometti. Il terreno è qui formato da sassi e rocce; è molto probabile incontrare nevai ancora estesi anche a fine estate (foto 16). Si noti come ad inizio stagione sia tutto il traverso a poter essere ancora innevato; in tal caso è assolutamente consigliabile munirsi di ramponi o ramponcini.
Un ultimo saltino più ripido (foto 17) immette sull'ultima rampa (foto 18) che precede l'arrivo sulla cresta di confine con la Val di Rhêmes.
Nota: il punto in cui si raggiunge la cresta viene talvolta identificato come Colle di Nivoletta o Colle Basei. In accordo con la Carta Tecnica Regionale, si tratta in realtà di un punto leggermente a sud del Colle Basei.
Oltre il colle si stende la testata della Val di Rhêmes, con i suoi ghiacciai circondati dalla cresta di confine con il Parco della Vanoise che risale fino alla Tsanteleynaz. Proseguendo in senso orario citiamo la Grande Traversière, la Punta Bassac Nord, il Truc Blanc e le altre cime che separano la Val di Rhêmes dalla Valgrisenche. Alle spalle l'intero percorso di salita fin qui, con i Piani di Rosset e del Nivolet e numerosi laghi e la serie di cime dal Taou Blanc e dalla Grivola alla Becca di Monciair, circondanti il Gran Paradiso.
Si prosegue ora verso sud mantenendosi sul filo della cresta, inizialmente larga e con graduale aumento di quota puntando verso un grosso ometto ben evidente poco più in alto sulla cresta stessa (foto 19). La croce di vetta della Basei è già visibile. A sinistra del sentiero scende il Ghiacciaio Basei (foto 20).
Superato un poggio pianeggiante la cresta si va restringendo; il sentiero si sposta sul fianco destro
(foto 21) salendo con tornantini ripidi su terreno friabile e rocce affioranti (foto 22) fino ad un intaglio dove, con l'aiuto di un cavo d'acciaio, si torna sul fianco sinistro (foto 23). Il cavo prosegue e descrive un breve traverso sul fianco est fino alla base della paretina finale; qui una caratteristica finestra nella roccia apre un particolare scorcio sulla Valle di Rhêmes (foto 24).
Da questo punto inizia l'ultimo tratto attrezzato. Si tratta di una paretina di una decina di metri, piuttosto verticale ma con buoni appigli e appoggi naturali e gradini metallici, a cui si affianca un cavo in acciaio (foto 25).
Al termine del cavo ci si trova in prossimità della croce di vetta, che si raggiunge con pochi metri di cammino su un breve traverso e qualche passo su roccia a blocchi (foto 26).
Eccellente il panorama dalla vetta, aperto sulla parte terminale della Valle dell'Orco da Ceresole in su (foto 27), e naturalmente su buona parte del territorio del Parco del Gran Paradiso, con le cime delle testate della Valsavarenche e della Valle di Rhêmes.
27.
Il panorama sulla Valle dell'Orco dalla Basei, con i Laghi Agnel e Serrù e il gruppo delle Levanne a destra.
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Discesa: Punta Basei m. 3338 - Rifugio Savoia m. 2534 /
Sentiero: 536.
Tempo di percorrenza: 1h30' - 2h.
Difficoltà: Alcuni passaggi attrezzati con cavo d'acciaio e gradini. Possibili nevai..
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28. Ritorno dalla cima verso la sommità del diedro attrezzato. |
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29. Discesa nel diedro. |
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30. La cengia attrezzata fino al punto di ritorno sul lato ovest. |
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31. Discesa sul lato ovest verso la cresta. |
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32. Inizio della discesa dalla cresta verso i Laghi del Nivolet. |
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33. Lungo il traverso, seguendo la traccia a terra con ometti e segni di vernice bianca e rossa. |
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34. La parte bassa del traverso. |
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35. Breve taglio di un piccolo tornante. |
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36. Ultimo tratto attrezzato. |
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37. Evitare la diramazione che scende a sinistra. |
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38. Discesa verso il livello dei sottostanti laghi. |
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39. Discesa verso il bivio. |
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40. A questo bivio si tiene la destra. |
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41. Il facile guado sul Rio Rosset. |
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42. La diramazione per il Rifugio Città di Chivasso. |
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43. Si lascia a sinistra l'Alpe Riva. |
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44. Ritorno al Rifugio Savoia. |
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La via di ritorno ricalca quella di salita.
Si lascia la cima scendendo con qualche gradino alla sottostante cengia, che si percorre verso nord (foto 28) fino al terrazzino che sovrasta il diedro attrezzato.
Qui si scende faccia a monte (foto 29) utilizzando il cavo d'acciaio, i gradini e i numerosi appigli e appoggi naturali fino alla base, nei pressi della "finestra" nella roccia.
Da qui si riprende la cengia attrezzata (foto 30) che porta al piccolo intaglio dove si passa sul lato ovest; da questo punto si scende con ripidi tornantini e gradoni su roccia parzialmente friabile (foto 31) fino a raggiungere la più larga cresta sottostante. Questa viene poi percorsa in discesa fino a raggiungere la sella dove il sentiero inizia la discesa verso il Colle del Nivolet (foto 32).
Tutta questa parte di discesa è un lungo traverso su pietraia o detriti più piccoli con tratti su roccia e qualche gradino naturale; la traccia è generalmente visibile ma evidenziata anche da ometti di pietre e segni di vernice bianca e rossa (foto 33). Probabile la presenza di nevai, più estesi ad inizio stagione, che potrebbero consigliare l'uso di ramponi o ramponcini.
La parte bassa del traverso è su fine pietraia (foto 34) e termina con alcuni piccoli saliscendi che precedono l'arrivo su un dosso erboso, attraversando il quale si incontra un bivio (foto 35) e si procede a sinistra (si tratta del taglio di un breve tornante).
Si perde poi quota con l'ultimo tratto attrezzato, con placche rocciose e terreno friabile da superare con l'aiuto di un cavo metallico e alcuni gradini (foto 36).
Sotto questo passaggio si scende con alcuni tornantini affacciandosi poi sul piano dei laghi; qui ad un tornante a destra si evita la diramazione a sinistra (foto 37) e si rimane sul sentiero principale, che scende con ampi tornanti verso il livello dei laghi sottostanti (foto 38).
Si passa dunque tra il Lago Leità (a nord) e un altro specchio d'acqua più piccolo per poi risalire leggermente, scavalcare un dosso e ricominciare a scendere giungendo al bivio segnalato dalla palina (foto 39). Qui naturalmente si procede verso destra, evitando dunque di risalire verso il Col Rosset.
Al bivio successivo (foto 40) si evita il ramo sinistro che scende verso la zona umida sottostante e si rimane sul sentiero principale a destra, in lieve salita, che aggira il dosso e conduce in pochi minuti al guado sul Rio Rosset (foto 41).
Oltrepassato il guado si attraversa l'altopiano scartando tutte le diramazioni secondarie e in particolare quella (foto 42) che condurrebbe al Rifugio Città di Chivasso (a meno che, naturalmente, non si sia partiti da lì).
Ci si porta velocemente nei pressi dell'Alpe Riva (foto 43) e la si lascia a sinistra del sentiero.
L'ultima discesa su ampia traccia (foto 44) riporta infine al Rifugio Savoia, punto di partenza dell'escursione.
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